Archivi categoria: Live

DERMA @csb – sabato 10 giugno

Cantiere Sanbernardo Presenta;
DERMA Live
SABATO 10 GIUGNO / ore 22:30
Massimo Magrini è attivo da molti anni negli ambienti della musica elettronica indie con alcuni progetti, di cui il più’ noto è Bad Sector, con il quale ha registrato molti album su CD, vinili, cassette etc. Come Bad Sector ha suonato molto dal vivo in tutta Europa, Russia etc. diventando un progetto di culto nella scena elettronica alternativa. Il suo primo album Ampos (1995) è tuttora considerato, a livello globale, un album fondamentale del genere dark ambient.
Riccardo Bianchi è un artista eclettico che spazia da sempre in diversi campi espressivi tra i quali la pittura, la scultura, la poesia e la canzone. È attualmente attivo come cantante in diverse band toscane, tra cui Unità Suono di Base, Idiotoma etc. Nel 2020, complice la pandemia, i due lucchesi decidono assieme di riesumare DERMA, un loro progetto congiunto del 1995 che combinava in modo abrasivo voce ed elettronica. Se il primo demotape su cassetta, 1995, era un’acida collezione di minimali loop analogici combinati con inserti vocali di vario genere, con l’LP “signore e signori, buonanotte” il duo aggiusta il tiro creando una sorta di asciutta synthwave in salsa italica, unendo i riferimenti sonori anni 70 e 80 (trasposti da Massimo nel 2020) alle intricate liriche di Riccardo. Il disco è uscito su 33 giri + digital, per l’etichetta svizzera Luce Sia, in una elegante edizione su vinile bianco con copertina gatefold in carta speciale.
—————————————
Promo: https://soundcloud.app.goo.gl/n1KVa
Video Automa: https://www.youtube.com/watch?v=iztCHpnof2E
Video Una Sera Diversa: : https://www.youtube.com/watch?v=rEKBW2NLbpI
Video Splendor: https://www.youtube.com/watch?v=4ONLH_NZYHg
—————————————

*

SAB 11/2 APPALOOSA IN THE CHURCH

Cantiere Sanbernardo presenta:
::-::-::-::-::-::-::-::-::-:: Appaloosa Live @ csb ::-::-::-::-::-::-::-::-::-::
///////////////////////// Sabato 11 febbraio //////////////////////////////////
Ore 21:30Simone LalliMaremutoLive set
Ore 22:30Appaloosa live
///////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////
:: Simone Lalli
Simone Lalli è musicista, sound designer e produttore di musica elettronica con base in Italia (Livorno).
Dopo le produzioni a nome di Autobam, Simone abbandona definitivamente il suo moniker ed inizia a firmare le sue uscite discografiche semplicemente con il nome di nascita. Un cambio che l’artista ha sentito necessario per sottolineare un nuovo
percorso e una nuova consapevolezza. La direzione musicale si fa più organica: resta la cura per il dettaglio, ma i suoni si fanno più spessi, cupi, immediati; in linea con i tempi odierni. Da questa nuova fase a Marzo 2020 nasce Marefermo, un EP di 4 tracce autoprodotto e pubblicato solo in digitale sul suo canale Bandcamp. Marefermo è accolto con ottime recensioni non solo in Italia, ma anche in Europa e Stati Uniti.
Nel 2021 Simone firma un nuovo lavoro breve, Muta/Larva sempre in formato EP digitale, che consolida ed estende il percorso già avviato con Marefermo.
Nel 2022 pubblica 2 nuovi singoli sempre in formato digitale rispettivamente 4CQU4N3R4 e F:E:G [fuoco e ghiaccio]. Le ultime uscite del 2022 sono una piccola anticipazione di quello che potrebbe essere un vero e proprio album al quale l’artista si sta già dedicando.
Tutti gli ultimi lavori pubblicati da Simone vengono presentati e rielaborati dal vivo attraverso MareMuto (Live-set), ovvero la versione “live” delle ultime sue tracce. Il set è arricchito anche da materiale inedito e momenti di puro sound design.
Tutte le produzioni a nome di “Autobam”, quelle più recenti a nome di “Simone Lalli” e le collaborazioni e i lavori in ambito audiovisivo sono raccolte nel sito:
www.simonelalli.com
Links utili:
www.simonelalli.com
https://simonelalli.bandcamp.com/
https://www.youtube.com/@simonelalli
/////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////
:: Appaloosa
Gli Appaloosa si formano a Livorno nel 1998.
Hanno prodotto 6 dischi: “Appaloosa” (Ondanomala 2003), “Non posso stare senza te” (Urtovox 2006), “Savana” ( Urtovox 2009), “The Worst of Saturday Night” ( Black Candy 2012), “Trance44” (Black Candy 2014) “Bab” ( Black Candy 2016).
Negli anni hanno suonato in tutta Europa centinaia di concerti condividendo il palco con Cypress Hill, Karate, Black Rebel Motorcycle Club, Asian Dub Foundation, Atari teenage Riot, Dinosaur Jr, System of a Down, Prophets of Rage.
Dopo una pausa di circa 4 anni, nel 2021 riprendono l’attività live in attesa di produrre il nuovo disco.
/////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////
www.cantieresanbernardo.com
///////IN///////DOG//////////////WE///////////TRUST//////////////////////
—————————- evento facebook —————————-

SAB 4/2 MARCUS BOSTIK GROUP BANDA ALLE CIANCE

Cantiere San Bernardo e Marcus Bostik Group Banda alle Ciance.
———————— Presentano: ————————
Doppio appuntamento all’insegna del jazz al Cantiere San Bernardo
::-::-::-::-::-::-::-::-:: SABATO 4 FEBBRAIO ::-::-::-::-::-::-::-::-::
>>> Ore 21.30 spettacolo concerto
> Caserio un fiore per cantare al ventocanzone d’amore anarchia e libertà
>>> Ore 22.30 Nuda Radice
> Concerto per trio jazz e live electronics
:: Caserio, un fiore per cantare al vento, spettacolo ideato da Marco Fagioli, con musiche originali e arrangiamenti musicali dal repertorio
della canzone popolare. È un racconto musicale in cui si intrecciano
numerosi ingredienti stilistici, dando vita a un quadro dai colori
variegati e cangianti, in cui canti, melodie popolari, frammenti di musiche e di parole poetiche, si intrecciano e si sciolgono, si fondono e si scompongono con l’andamento di un racconto a più voci. Racconto in cui coesistono componenti diverse, eco lontane nel tempo e nello spazio e che affondano le proprie radici sia nella musica popolare toscana e nella tradizione orale di protesta, sia nella musica dell’America di C. Mingus, il quale aveva scritto musiche e testi affrontando il tema del razzismo e sfruttamento del lavoro, canti blues dal contenuto fortemente sociale, accompagnati da musiche ricche di poliritmie e di momenti di improvvisazione.
Anche nello spettacolo Un Fiore per Cantare al Vento ci sono momenti dedicati all’improvvisazione, in cui le diverse voci che compongono il racconto dialogano tra loro, muovendosi tra sonorità che evocano luoghi distanti, ma che si ritrovano nel medesimo messaggio: così, da un tappeto sonoro dalla trama jazz o blues, si insinua una melodia di E. Satie; così la voce della poetessa narra il testo di Alexandra Devid: Elogio alla vita, e il canto in ottava rima, tra improvvisazioni jazz e ritmi afro; così si incontrano la tradizione orale di protesta e la tradizione colta europea, in una successione di richiami a luoghi ed epoche apparentemente lontani tra loro, ma che guardando bene possono essere molto vicini: nascono infatti da un afflato comune, affrontando temi spesso tragicamente attuali, che parlano di ingiustizia sociale, di lavoro, di emigrazione e sfruttamento. L’essere umano possiede la facoltà di esprimersi attraverso la musica, che diventa messaggio, memoria, comunità, in ogni parte del mondo e in qualsiasi epoca. Lo spettacolo del Caserio tiene stretto quel filo di cui è tessuta la tradizione orale di mezzo mondo, che ritrova nella voce degli oppressi e nella sua trasmissione il senso di esistere, arricchendolo con influenze musicali di diverse origini, dal jazz alla musica euro-colta.
Inoltre, nello spettacolo si intrecciano componenti e voci diverse anche grazie all’età anagrafica delle persone coinvolte sul palco, sei individui e quattro differenti generazioni: ogni voce, con le proprie peculiarità, apporta un ingrediente diverso.
Le canzoni che si susseguono, alternate da momenti musicali e recitati, hanno in comune il tema della protesta, della lotta agli oppressori, della giustizia sociale. Sono canti che custodiscono una memoria importante: a partire da fine Ottocento, percorrono la storia di Sante Caserio, dei lavoratori che morivano nelle Maremme, delle grandi emigrazioni degli italiani verso nord, fino a cantare gli anni di Piombo e tutto il Novecento.
Marco Fagioli: C. Basso, tuba, trombone, flicorno, basso elettrico e voce.
Francesco Massagli: pianoforte, fisarmonica e tastiera.
Pierluigi Foschi: batteria.
Costanza Diotima Bellugi: voce, chitarra e violino.
Manuela Marcantelli: poeta,voce narrante.
:: Ore 22,30
NUDA RADICE
Concerto per trio Jazz e live electronics.
music: Marcus Bostik-Franco Bertini.
MarcoFagioli: contrabbasso, electric bass, tuba, trombone, flicorno.
Francesco Massagli: pianoforte, tastiera.
Pierluigi Foschi: drums-bauleSonoro.
Massimo Magrini: Live electronics.
Genova – New York – Rio de Janeiro – Buenos Aires – Valdottavo
Il baule era l’oggetto di “partenza”. Sembra un gioco di parole. Marco mi aveva chiesto una locandina che dovesse tener conto dell’elemento centrale del suo spettacolo NUDA RADICE: il baule. Ho abbandonato presto l’idea di utilizzare l’immagine di un baule (ho anche provato a ricostruirne la geometria con le lettere NUDA RADICE) e quindi ho cercato di concentrarmi sull’individuazione di una parte per il tutto: es. il cartellino di cartone legato alla maniglia della valigia (baule) con uno spago. Sarebbe stata una superficie ideale per scrivere tutti i dati del concerto: chi, come, dove, quando, quanto, ecc.. Ma lo scopo principale dello spettacolo di Marco è raccontare storie di viaggio: di partenze e ritorni. Ricordi.
Poi ho cercato le mappe delle rotte navali più seguite durante l’emigrazione dall’Italia tra fine ottocento e primi del novecento. Ma non ho trovato mappe graficamente interessanti oppure facilmente adattabili alle funzioni d’informazione di una locandina. Ho anche cercato biglietti d’imbarco d’epoca sempre per seguire la regola della parte per il tutto, e il tutto non è il baule ma il viaggio. Anche il baule è utilizzato da Marco come parte per il tutto. E ho letto sommariamente “Il manuale dell’emigrante” (poche pagine) redatto dal Regno d’Italia. Continuando a cercare ho scoperto che la compagnia di navigazione più importante tra i due secoli era la Navigazione Generale Italiana (“compagnia di navigazione costituita nel 1881 dalla fusione della compagnia Flotte Riunite Florio di Palermo e della Compagnia Rubattino di Genova, assorbita nel 1932 da Italia Flotte Riunite” – tratto da Wikipedia. La compagnia NGI (Navigazione Generale Italiana) risentirà della crisi del 1929 e finirà di fatto nell’IRI che nacque nel 1933 come ente “temporaneo” (sappiamo quanto è durato) con lo scopo prettamente di salvataggio delle banche e delle aziende a loro connesse.). Già dalla carta intestata la NGI risultava interessante e quindi ho continuato a cercare altri documenti relativi fino a trovare il francobollo che ho utilizzato per la locandina. Il mio lavoro è consistito solo nel trovare un modello grafico. L’immagine che ho trovato è molto piccola (una piccola icona su ebay) ma con una buona risoluzione che mi ha permesso di ingrandirla. Il lavoro grafico è consistito nel ricostruire lo sfondo rosso e cercare un font allungato (e free) per utilizzare al meglio l’area di scrittura a disposizione. Il testo è ritagliato sul fondo beige del bordo e poi sfumato per renderlo più “autentico”. Ma in realtà non si tratta esattamente di un francobollo ma di un bollo chiudilettera altrimenti detto (scusate il termine) erinnofilo. Il bollo chiudilettera utilizzato come modello aveva uno scopo commerciale e pubblicizzava solo la prima classe che consisteva sempre in appena un decimo dell’intera capienza delle navi da crociera (2000/2500 passeggeri) rappresentando la terza classe l’obbiettivo commerciale primario. Da Wikipedia: “L’erinnofilia è il collezionismo di bolli chiudilettera del tutto simili ai francobolli tranne per il fatto che non hanno, di solito, valore né postale né fiscale. Molto probabilmente la loro origine si deve all’uso di applicare sul lembo della lettera un’etichetta chiudilettera, sistema che alla metà dell’800 cominciò a sostituire i sigilli di ceralacca. Ma il termine “bollo chiudilettera” appare limitativo nel descrivere un oggetto che per quasi 100 anni è stato un importante veicolo di storia, cultura, arte e tradizioni in tutti i Paesi del Mondo. Non è un caso che il termine “erinnofilia” derivi dal tedesco Erinne (rungsmarke) che significa “(francobollo) commemorativo”. Quello di ricordare è stata infatti la vocazione principale dei “bolli chiudilettera”: commemorare un evento passato, annunciare un evento futuro o anche ricordare come propaganda.” E lo spettacolo di Marco è uno spettacolo sul ricordo, e si ricorda (cor, cordis) con il cuore anche se si dimentica con la mente

——– evento facebook ——-

MGZ ★ “Vale Tutto” Live tour

CSB presenta:
——————————————————
MGZ ★ “Vale TuttoLive tour
——————————————————
sab. 21 Gennaio dalle 19.00 a mezzanotte
——————————————————
dalle ore 19.00: aperitivo alieno dj
dalle ore 22.00 ★ MGZ e le Signore
——————————————————
Vieni presto / sostieni il Cantiere San Bernardo
——————————————————
MGZ torna in scena a bordo della sua Astronave a molla con uno scoppiettante carico di grandi classici insieme alle nuove canzoni dell’ultimo album “Vale Tutto”. Un coloratissimo equipaggio di psyco ballerin* e performer mutanti lo accompagna volteggiando sul palco. Uno Show Alieno dove MGZ consolerà dalle follie del mondo gli adorati Umani regalando a tutti preziose Buru Vibration per la sopravvivenza terrestre.
Evviva Evviva Evviva!!!
——————————————————
mgz.it
evento facebook

MGZ viene dal pianeta Burulandia. E’ un Alieno giunto sulla Terra a bordo di un’Astronave a molla che utilizza come propellente un’energia musicale di composizione sconosciuta. Dopo una breve ed ingenua infatuazione per il nostro mondo, da lui definito colorato e divertente, si rende presto conto dell’incredibile caos che lo circonda. Inizia quindi a diffondere messaggi contraddittori, al confine tra rassegnazione e ottimismo, sempre permeati da una grande empatia per gli adorabili umani. Dopo molti anni terrestri, curiose mutazioni ed alcuni incontri determinanti per la sua e la nostra crescita, finisce per farsi risucchiare dal Vortice del Nulla. Ora vaga nell’incertezza più totale, tra brividi di piacere ed ansie generalizzate, tecnologia selvaggia e vita sana e consapevole. Costantemente in bilico tra la voglia di provare nuove “incontrollabili” emozioni e il desiderio di fuggire dall’orbita ammaliante della nostra galassia, per tornare sul suo amato pianeta dove tutti sono burubini, simpatici, luminosi, innamorati e immensamente liberi e felici!

————————————————————————————————————

video girato e montato col telefonino e col cuore da We Love Plaza Produzioni

 

ven 23 NATALOCH ★ ore 19

ALOCH DISCHI e CANTIERE SANBERNARDO presentano:
—————————————————————————
NATALOCH festa di sopravvivenza natalizia
—————————————————————————
ven. 23 Dicembre dalle 19.00 a mezzanotte
*
dalle ore 20.00: Chef Armandolive cooking
Dalle ore 22.00 inizio esibizioni musicali:
CANDRA
INES FELICIENNE
DA FIERA

Prima e dopo MISSAGGIO DISCHI
—————————————————————————
Vieni presto / sostieni ALOCH e il Cantiere San Bernardo

SAB 17 DIC ORE 22:00 // I RESTI DI QUELLO CHE FU // Concerto Teatrale

SABATO 17 DICEMBRE 2022 dalle ore 22:00
Cantiere Sanbernardo e’ lieto di Presentarvi:
I RESTI DI QUELLO CHE FU
Concerto Teatrale
ore 22.00
Sabato 17 Dicembre al Cantiere Sanbernardo va in scena I resti di quello che fu, un concerto teatrale sperimentale capace di tradurre in musica e parole la rabbia, l’ossessione, la fine di una generazione, ma anche e soprattutto l’amore.
Marta Bevilacqua, Elio D’Alessandro e Giorgio Canali ci raccontano una storia di terrore e innumerevoli ingiustizie, mai caduta nell’oblio, ma che ci segue ancora e si insinua nelle menti come un pensiero intrusivo.
Lo spettacolo è scritto da Marta Bevilacqua e diretto da Francesca Cassottana. Lo scambio di rapide e taglienti battute, accompagnate da suoni disturbanti, crea un cortocircuito tra l’animo punk rock, rosso-fuoco, incarnato da Giorgio Canali, e la tenerezza di cuori innamorati e sognanti.
Nel concerto teatrale restano un amore e un’idea, che non si dileguano ma nell’aria si disperdono e ancora fecondano
I due protagonisti, illuminati da una luce calda, in uno stato di torpore, pronunciano le prime parole a metà tra il monologo interiore e una discussione di coppia. «Voglio raccontarti una storia, ma tu non la capirai»: questa è una delle prime frasi che sembrano risuonarci dentro. Il dialogo iniziale, portato avanti senza mai guardarsi negli occhi, riesce a comunicare la sensazione di solitudine e abbandono che prova chi ci ha sempre creduto e ancora ci crede, di contro a chi, disilluso, si è arreso e cammina per la sua strada, cieco.
Il G8, la fine di un rapporto, i disagi del singolo in una società contaminata, queste le tematiche affrontate dal trio di artisti ben assortito sul palco dell’Asilo. Gli orrori e le violenze – per sempre legati al ricordo di Genova nel lontano 2001 – vengono rievocati attraverso la lettura di un reportage di quegli eventi, non solo come testimonianza di cronaca nera, ma anche sotto forma di una più recente analisi antropologica. Quei giorni di acceso fervore politico, come tante altre lotte impegnate al miglioramento del pianeta, segnano la fine di un gruppo di giovani militanti, aggrappato agli ideali come a un bene comune. I tre interpreti del concerto teatrale si presentano come l’incarnazione vivente di un movimento generazionale, che, seppur inflitto da duri colpi, conserva l’audacia e il sogno.
L’unica donna sul palco alterna la durezza delle affermazioni con la delicatezza delle movenze. Così riesce a dar vita a un’armoniosa performance in grado di cullare gli spettatori come in uno stato di dormiveglia, e di risvegliare d’improvviso un senso di rivalsa e di lotta, ormai realizzabile solo sul piano individuale o piccolo-collettivo. Il 10% della popolazione è quella superstite, l’unica porzione non impegnata nella prevaricazione sull’altro. Il messaggio – in linea con quello dello spazio in cui si svolge la rappresentazione – è chiaro e diretto: salvaguardiamo questa minoranza e facciamola crescere.
I due attori-amanti con veemenza si scontrano in una gara di paure. Vince chi ha le più terrificanti o chi è il più coraggioso? Se è vero che, «secondo un attento studio scientifico», oggi siamo adulti pieni di traumi e fantasmi, dietro l’ombra dei nostri corpi fatiscenti si può scorgere una luce?
Cosa significa fine? È una semplice parola o un vero limite? Forse la fine non esiste se risuona ancora come un’ eco nelle note della chitarra di Giorgio Canali, nelle storie d’amore reali o immaginarie che noi tutti viviamo.
I tre sognatori non utopisti, in questo concerto teatrale, tirano fuori tutta l’ira e lo sconforto di chi ha dedicato la giovinezza ad amare il mondo, gli altri e le cose e non abbastanza è stato amato. Questa è la Storia che rigenera e ridesta dal sonno. Forse non tutti possono comprenderla, ma deve essere raccontata, «ad ogni costo».
—————————————
evento facebook

Ghiaia e Fanciullino – Live – mer. 7 Dic. – 19:30

mercoledì 7 dicembre
Concerto live
GHIAIA+FANCIULLINO LIVE
APERITIVO DALLE 19.30
ORE 22.00: live GHIAIA
ORE 23.00: live FANCIULLINO
—————————————-
GHIAIA
Ghiaia sono un gruppo pisano il cui tratto distintivo è innanzitutto la strumentazione: due bassi
(Anna e Rapa), una chitarra (Daniele), una batteria (Vanni). Le parti vocali sono divise fra i due
bassisti e il chitarrista. Formatisi nel 2021, pervengono al loro primo lavoro, un EP di 4 brani, completamente autoprodotto, che s’intitola Graziella (la mitica bicicletta) e
viene pubblicato il 3 ottobre 2022.
I Ghiaia impersonano la figura del musicista che intende
trascendere gli stereotipi del proprio tempo ed esplorare nuove forme musicali peraltro rimanendo fedeli ad un’etica nichilista e alienata come quella dei gruppi punk e grunge e persino a quella dei gruppi garage rock più sadici. Il manifesto iniziale della loro carriera si svolge all’insegna di una musica armonicamente degradata e nevrotica che mira soprattutto a dipingere a tinte cupe l’alienazione, la claustrofobia e il tedio del paesaggio post-post-industriale, come se un regista dell’horror tentasse di generare suspense non tramite la pura irrazionale dell’ignoto ma tramite quella razionalissima del noto. Rispetto al dark punk, tuttavia i Ghiaia suonano in maniera più scientifica e colta grazie soprattutto all’influenza di Glenn Branca (chitarre metalliche, ripetizioni
minimaliste e feedback eroinomani), al battito spigoloso e martellante della batteria e alla pulsazione viscerale dei due bassi. Il loro thriller rock rappresenta un esempio di rock apocalittico che vive di cantilene negative che instaurano un clima di angoscia ambientando le loro disperate torture esistenziali nel caos sociale contemporaneo tanto frenetico quanto funereo. Al riparo di questo programma (“vasto programma” avrebbe detto ironicamente De Gaulle), il gruppo sceglie di volta in volta uno stile musicale per rappresentare uno spaccato terrificante di spaventose nevrosi urbane: il garage alienato e nevrotico di Bestie, l’hard progressive di Forma Aliena, il
deliquio blues deragliato dalle nevrosi disperate della chitarra e concluso con un esempio di spasmodico spoken word alla Massimo Volume di Respira, l’hardcore classico spaventoso e cingolato di Mezzanotte. I loro sono piccoli e torvi anthem dell’era nucleare che hanno in comune l’atmosfera e trascendono lo stile. In tal modo il loro sound disorganico, sconnesso e desolato assolve al doppio ruolo di rappresentare una psiche deragliata, disfatta dalla solitudine, schiacciata dalla claustrofobia, e al tempo stesso il suo ambiente naturale: una metropoli d’incubo. Menzione speciale per i loro testi, sussurrati, recitati o urlati che elevano di un gradino la loro musica
frenetica ed efferata e funzionano come sedute psicoanalitiche che vanno a sollecitare tutti i possibili drammi interiori e la copertina un mix fra grafica post-contemporanea e psichedelia allucinata.
Alfredo Cristallo
—————————————-

FANCIULLINO Punk emo Pisa

—————————————-
evento facebook