Comune di Sanbernardo

 

 

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al Segretissimo e Sacro Collegio dei Cardinali della Chiesa Universale riunita nello Scisma contro il brutto antipapa Maledetto XVI noto con il nome di Benedetto XVI.

 

Riccolta di notizie:

 

SAN RANIERI DI PISA

 

 

 

 

bibliografia di riferimento:

 

-        Rginald Grgoire, San Ranieri di Pisa (1117-1160) in un ritratto agiografico inedito del secolo XIII, 1990 Pacini Editore – Pisa.

  -       Memorie Sacre delle Glorie di Pisa, con breve compendio delle vite dei santi e dei beati della citt e suo distretto, raccolte da Pietro Cardosi, cittadino Pisano, 1675. Pisa, Tipografia Pieraccini 1844.

           

 

 

::-::-::-::-::-::-::-::-::-:: W PAPA PIETRO II CHE PIACE A TUTTO IL MONDO ::-::-::-::-::-::-::-::-::-::

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

SAN RANIERI

 

 

 

 

 

 

Assai noti in Toscana sono i sonetti di Neri Tanfucio (Renato Fucini) in cui si riflette una particolare sensibilit ottocentesca venata di anticlericalismo. Il sonetto XII ha diffuso la tesi [] di un Ranieri ladro e patrono dei ladri [1] .

 

XII.

 

SAN RANIERI MIRACOLOSO (1)

 

                        Levato quer vizziaccio di rubbare,

                                    San Ranieri un gran santo di ve' (2) boni.

                                    Quando dianzi l'ho visto n sull'artare (3) ,

                                    Lo redi? (4) m' venuto e' lucconi (5).

                        Delle grazie ne fa, lassmolo andare.

                                    Gualda (6) n po' vanti ori (7) ciondoloni

                                    Ci ha n della nicchia! e sai, nun dubitare,

                                    Se gliegli dnno c' le su' ragioni.

                        Pi della piena d'anno? (8) che spavento!

                                    Che spicino (9), Madonna! t'arrammenti?

                                    Pareva d'and sotto unni (10) mumento.

                        Ma San Ranieri un fece omprimenti (11);

                                    Agguant per er petto r Sagramento,

                                    E li disse: O la smetti o sputi i denti (12).

            Firenze, 1870.

 

 

- (1): Allo scheletro di questa mano Santo protettore di Pisa manca un dito della mano; e (per una tradizione popolare molto radicata) vuolsi che perdesse per un colpo di coltello vibratogli da un pizzicagnolo, mentre il bravo Santo stendeva la mano per ghermire una forma di cacio. – (2): qu. – (3): altare. – (4): credi. – (5): lucciconi, lacrime. – (6): Guarda. – (7): quanti cori o vti. – (8): Modo comune a tutta la Toscana, che equivale a dell'anno scorso. – (9): rovina, distruzione di roba. – (10): ogni. – (11): complimenti. – (12): o ti faccio sputare i denti (a forza di pugni). - [Rginald Grgoire, San Ranieri di Pisa (1117-1160) in un ritratto agiografico inedito del secolo XIII, 1990 Pacini Editore – Pisa, pp. 82-83].

 

 

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- LA TRADIZIONE LETTERARIA [2] :

 

            La Vita di San Ranieri (1117-1160), Patrono di Pisa, attualmente attestata da due manoscritti latini medievali, che trasmettono due recensioni latine divergenti. [] La recenzione breve della Vita sancti Rainerii contenuta nelle pagine 1-152 del manoscritto Ar 7/23 (gi H.N. 4), della Biblioteca dei Padri Cappuccini, Convento SS. Trinit in Livorno. [] L'origine e la provenienza del codice sono sconosciute. Si pu ipotizzare che sia originario di qualche scriptorium pisano o, per lo meno, toscano, se si tiene presente la specificit ortografica del latino. In particolare la provenienza si potrebbe fissare nel monastero di S. Michele in Borgo (Pisa), perch parecchi libri e stampa dell'attuale biblioteca dei Cappuccini di Livorno portano l'indicazione di una precedente sistemazione' camaldolese [3] .

La recensione lunga della Vita sancti Rainerii trasmessa dal manoscritto membranaceo C 121 (gi C 181) dell'Archivio Capitolare del Duomo di Pisa, ff. 49r-81r. E' un leggendario passionario gi all'uso del monastero benedettino femminile di S. Silvestro in Pisa. Fino all'inizio del secolo XX, il manoscritto era conservato presso la biblioteca del Seminario arcivescovile S. Caterina in Pisa. Il testo latino stato scritto verso la met del secolo XIV, in due colonne di 50 righe di scrittura; [] sembra potersi concludere che il manoscritto di Pisa riprende il testo di Livorno, pur con numerose varianti grafiche e stilistiche segnalate in apposito apparato.E' un rimaneggiamento, troppo esteso per essere usato interamente in sede liturgica; ma la stessa recenzione livornese non si presta ad una lettura liturgica, ad eccezione di alcuni brani della parte iniziale pi strettamente biografica. La Vita un documento troppo prolisso per una proclamazione liturgica; pertanto sar un racconto destinato a svolgere la funzione di memoriale, probabilmente redatto in occasione della canonizzazione del santo [..].

 

 

- DATI ANAGRAFICI E PERSONALITA' DI S. RANIERI [4]

 

            Secondo una antica tradizione locale, Ranieri era figlio di Glandulfo, della nobile famiglia Scacceri. E' un casato importante nel quartiere di Ponte, noto per attivit mercantili, Ranieri stesso si dedic probabilmente a questa professione, che attribuiva prestigio in una citt come Pisa. La famiglia Scacceri sicuramente attestata in Pisa dal 1240 ed ebbe un ruolo politico di rilievo in ambito cittadino [5] . La madre, Mingarda, era figlia di Buzzacherini o Buzzecherini, ma anche in questo l'agiografo tace [6] . Il casato Buzzacherini apparteneva alla consorteria dei Sismondi; i Buzzacherini Sismondi sono i fondatori della chiesa pisana di S.Frediano nel secolo XI. Maingarda, secondo la testimonianza di Benincasa, sar sepolta in S. Andrea in Kinzica. Tutti i nomi sono di origine germanica: Glandulfus, Maingarda, Raynerius. La sorella del santo si chiamava Bella, e Ranieri, partendo in Palestina, le lascer i suoi beni, invitandola a sposarsi. Alla stessa famiglia appartiene un congiunto, di nome Monachus, sposato e residente presso la chiesa di S. Pietro in Vincoli.

            Ranieri nacque nel 1116 (stile pisano) o 1115 (stile comune); secondo alcuni eruditi locali, tale data deve spostarsi al 1118 (stile pisano) o 1117 (stile comune); Ranieri nato il 15 giugno. Il suo pedagogo fu il sacerdote Enrico, di S. Martino in Kinzica. Nel borgo di Arsiccio (oggi Cisanello), dove, secondo l'agiografo era dedito alle vanit mondane, esibendosi nel canto accompagnato dalla lira, avvenne un incontro con un ex soldato, Alberto Leccapocore, monaco presso S. Vito in Pisa e pellegrino presso vari santuari dell'Occidente; riesce a convertire Ranieri e i suoi compagni, tra i quali Benincasa, futuro agiografo del santo [7] . L'episodio succede nel 1136. Nel 1140 Ranieri, radicalmente convertito, parte per motivi commerciali in Palestina. E' gi asceta, vestito da pellegrino [8] . Rimarr in Terra Santa per 13 anni, visitando i luoghi sacri, godendo di visioni straordinarie, ricevendo dalla Madonna la profezia della sua futura sepoltura nel Duomo di Pisa, compiendo una esperienza di vita eremitica a Gerusalemme. Ranieri riceve anche il dono dell'interpretazione mistica  del salterio e sperimenta alcune tentazioni. Si manifestano le qualit taumaturgiche a beneficio dei poveri. La sua preghiera si applica in modo privilegiato a favore della Chiesa e dei sacerdoti.

            Quando un pisano lo incontrer e gli comunicher notizie precise sulla situazione di Pisa, Raneri decider di tornare subito in patria; nel 1153 giunge in citt, dove sar accolto dai canonici del duomo [..]. Risieder poi in S.Andrea in Kinzica, prima di sistemarsi verso S.Vito. La sua taumaturgia, per mezzo del pane e dell'acqua benedetta, gli attira molti devoti che provengono prevalentemente da Pisa e dal contado [9] . Dopo 7 anni di austerit e di stupendo zelo a favore della concordia cittadina, muore all'et di 43 anni, e sar sepolto in Duomo; il decesso fissato dall'agiografo il 17 giugno 1161 (stile pisano) o 1160 (stile comune). I miracoli postumi effettuati per mezzo della preghiera o dell'acqua presso la tomba sono numerosi [10] ; l'agiografo registra i fatti di cui egli venuto a conoscenza durante il primo anno dopo la morte. La reputazione di santit gli merita una canonizzazione, di cui non si conserva la bolla ufficiale.

 

 

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Nascita e giovinezza di s.Ranieri [11]

 

(Il manoscritto da cui si trae l'opera presente, esiste nell'Archivio dell'Illustrissimo e Reverendissimo Capitolo della Primaziale Pisana).

 

Nascita e giovinezza di s.Ranieri

 

- Suo traviamento. Conversione.

 

Volgendo gli anni di Cristo 18, dopo il secolo undicesimo [12] sotto il Pontificato di Gelasio II, da Gandulfo Scaccieri [13] , in pace ed in guerra celebrato, ragguardevole non meno per ricchezze, che per nobilt di lignaggio, e da Mingarda Buzzaccherini [14] , distinta anch'essa per illustri natali, venne alla luce il nostro Santo. Unico figlio maschio di cospicua famiglia qual era Ranieri, da credersi fra quante sollecitudini e cure d Genitori, passasse l'et puerile.Divenuto grandicello, fece di s concepire le migliori speranze, non tanto per i rapidi progressi, che faceva nello studio delle lettere umane, quanto per i vivi sentimenti di religione, che di giorno in giorno si accrescevano nel suo tenero cuore.Onde ne veniva causa di lode, e di ammirazione a tutti i conoscenti. Ma tanto si dedic ai piaceri della musica, a cui era inclinato per genio, che allontanato ogni pensiero, ad essa totalmente si occupava. Ben presto i suoi geniali trattenimenti gli fecero obliare le massime di piet, e di religione che sin' allora aveva conservate, e lo indussero in dissolute passioni, alle quali sovente va soggetta la giovinezza. Ma gli errori della fresca et di Ranieri, indi a non molto restarono espiati da un verace pentimento, e da grandi virt.

Eravi un uomo di Dio chiamato Alberto Leccapecore. Costui, che era nato in Corsica, dimorando in Pisa ebbe nuova, essergli stato morto il fratello: per lo che considerando la misera condizione delle umane cose, cacciataogni idea di vendetta, tutto il suo part ai poveri, e ritiratosi al monastero di S. Vito si dette ad asprissima penitenza. Laonde salito in gran fama di Santo, per isfuggire alle lodi degli uomini peregrin per tutti i luoghi di occidente pi venerati dai cristiani, e molti anni si intertenne in Francia, finch Dio lo ricondusse a Pisa a rivedere i suoi conoscenti e figliuoli spirituali e a convertire Ranieri. Avvenne dunque che questo buon padre, con dietro gran folla di devoti, passava un d innanzi a una casa dove Ranieri stava sonando e cantando allegramente: e una donna prese a gridare Ranieri, Ranieri, passa l'Angiol di Dio, ch non gli vai dietro anche tu? Ma il giovane poco badandole, come quelli che era tutto nel presente sollazzo, e continuando a suonare e chi egli mai, soggiunse freddamente, questo tuo Angiolo? E colei: Ǐ quel santo uomo di Alberto; lesto, levati e vagli dietro. La mano di Dio si fece allora sopra Ranieri; e gettato lo strumento, si dette a correre dietro ad Alberto; ma poich questi era passato innanzi, appena il giunse a San Vito. Allora Alberto voltatosi a licenziare quella turba, e veduto ilo giovane e non sei tu quello, gli disse, che per non interrompere i suoi trastulli non volevi seguitarmi? Si, rispose Ranieri ccon bassa fronte. L'altro allora oh! Se tu servissi Iddio come il mondo, beato te! A cui Ranieri Sappi che ora son venuto per questo: prega il Signore, o padre santo, per me, sicch io muti vita. Ma credi tu, riprese Alberto, che se io prego Dio, mi abbia ad esaudire? E come che io lo credo! rispose Ranieri. E l'uomo di Dio: Torna da me Sabato sera E il Sabato sera Ranieri fu a lui; e Alberto che lo aspettava nel Chiostro, lo accolse e gli disse che aveva pregato per esso, e Dio l'aveva esaudito: e il condusse dentro in una stanza, e fattolo sedere con s, prese con gran tenerezza a ragionargli delle cose del Signore. E la grazia divina tanto avvalor la sua parola, che Ranieri compreso di gran piet domand che si avesse a fare protestandosi apparecchiato a obbedire in tutto Confessati pi presto che puoi dei tuoi peccati, disse Alberto, ed offerisciti mondo e puro al Signore. Per lo che la mattina dopo Ranieri si confessava: ma il demonio contro il misero giovane fece la sua solita terribile prova: conciossiach per quanto il misero cercasse vincersi, nondimeno si teneva per la vergogna dello scoprire un peccato; quando fu udita una voce dall'alto, la quale disse quel che Ranieri taceva; onde egli stupito chiese di quella stolta vergogna perdono a Dio e fin perfettamente la sua confessione. Da quel prodigio meravigliato il Sacerdote, non solamente lo assolve, ma illuminato dal Signore non gli assegnava penitenza, dicendo che gliela darebbe Dio stesso. E nel fatto fu cos: perciocch di subito a Ranieri strinse il cuore tanto dolore di contrimento, che esc in un pianto dirottissimo, inconsolabile per umano argomento, il quale bene apparve essere la soddisfazione che Dio voleva. Ritorn quindi alla propria casa, dove l'ardente contrizione, gli si apersero dagli occhi due fonti di lacrime, che incessantemente sgorgavano, al riflesso dei fatti, che gli rimordevano il cuore. Vedendo i Genitori l'unico loro pegno disciogliersi in tanta amarezza di pianto, sospettando in esso alienazione di mente, derivante dal seguire le vestigia di libera giovinezza, e dal vagare giorno, e notte col dove con quella dell'anima si perde la salute del corpo. Invano mostrava il Figlio la causa delle lacrime, il pentimento cio dei gravi suoi eccessi, e la pi sincera contrizione del cuore, mentre tale, e tanta era di quel suo piangere la copia che, convocati i consaguinei, stabilirono che Ranieri fosse guardato quel mentecatto, ed affidato alla cura dei medici. Non da omettersi che tal sinistra opinione avea occupato la credulit del Popolo, che da tutti gli angoli della Citt accorreva in folla al Palazzo dei signori Scaccieri [15]   come a vedere un demente. Ma un tale Enrico Sacerdote di S. Martino [16] il quale aveva insegnato a Ranieri i rudimenti delle Lettere, trattovi al rumore, ben divis la ragione del pianto, se il ravvedimento del supposto forsennato: rimosse la moltitudine, e fece si, che il suo discepolo con ardente contrizione del cuore piangesse i suoi misfatti. Ma venuto il terzo giorno da che avea cominciata l'effusione delle lacrime, insieme con queste venne meno al Penitente il lume degli occhi. Tale avvenimento, quanto affanno aggiungesse ai dolenti Genitori, non pu descriversi che da Padre, il quale si trovi in uguale sventura. Conoscendo Ranieri che indarno adopra verso i Genitori la dolcezza delle parole pi commoventi, innalz ferventissime suppliche al Signore, ed ai voti non furon contrarj i successi; perciocch riacquist la pienezza della vista, udita una voce celeste che gli disse: ti consola, o Ranieri che col perdono dei falli ti ridono agli occhi la luce.

E' impossibile esprimere pienamente i sentimenti di gratitudine, dai quali fu compreso Ranieri e la sua famiglia all'ottenuto portento; onde la pace e la gioja si diffuse negli animi di quelli. Oh! quanto dolce e ricolma di pregj la gratitudine! essa costituisce il sentimento pi nobile e candido, che possa agitare il cuore dell'uomo: la gratitudine una virt generosa, celeste, che si accompagna alle sedi beate. Da quel tempo in poi frequent con assiduit i sacri Tempj, le pratiche cristiane, e la grazia dei Sacramenti rinfrancando il suo spirito, si adoper in tutto quello appartiene a chi distaccato dal mondo, e tutto si offerse a Dio in olocausto d'amore. Avvenne frattanto, che sentissi divinamente ispirato di visitare i Luoghi Santi, per soddisfare al desiderio ardentissimo di venerare quella terra santificata dalla presenza del salvatore degli uomini.

 

- Partenza per la Palestina; abbandono di tutte le sue sostanze. Vive d'elemosine. Si astiene dal vino.

 

In s fatta disposizione d'animo trov modo d'unirsi con molti compatriotti, i quali, per motivo di guadagno, con varie mercanzie s'imbarcarono alla volta della Palestina. Aveva Ranieri tratta seco non lieve somma di denaro, dovizioso essendo per retaggio paterno; ma tuttavia faceva suo tesoro le orazioni ed i digiuni, supplicando il Signore, che, spogliato d'ogni caduca sostanza del mondo, volesse accordargli indossar la pilurica [17] sul Golgota. Durante il viaggio, anzich diminuire le rigide mortificazioni, le accrebbe maggiormente, nulla ostante il travaglio dei remi, e qualunque altra opera, che volentieri intraprendeva per governo del naviglio. Sovente negava al suo corpo il piacere di sedere a mensa fra i compagni, e vi sostituiva un miserabile, non tralasciando far comunanza di spesa, onde non recar loro disgusto, o vago non comparire delle sociali consuetudini. Un giorno ritrovandosi in Tiro nella circostanza del SS. Natale, il Vescovo di Sidonia (trattenendosi quello del paese in Roma per affari ecclesiastici) vi celebrava solennemente la Messa: dappoich ebbe cantato l'Evangelio, di pulpito cos parl al popolo di Tiro, mentre vi erano pur convenuti molti Pisani: ascoltate, o fratelli, e sappiate in verit che si trova fra di voi un uomo di Dio, che qui dimora per indirizarvi a salvezza: pi volte venne a ripetere le medesime parole. Tutti rimasero attoniti, e l'un l'altro rigurdavansi, finch gli sguardi dei Pisani, ai quali non era ignoto il Concittadino, vennero a fermarsi su Ranieri, il quale, contemplando il mistico senso di quelle voci, se ne rimaneva stupefatto. Nella chiesa medesima consacrata a nostra Signora volle ancora Iddio mostrargli con prodigiosa visione, quanto fosse caro a Maria; imperciocch una notte rapito in dolcissima estasi, fu da due personaggi, ricoperti di bianca veste, e gravi per l'et tratto al cospetto della Regina de' Cieli, che coronata da immenso stuolo di Vergini, gli parl in tal maniera: a te, o Ranieri, toccher in sorte riposare nel mio grembo. Come ci? egli rispose meravigliato e confuso; minimo quale io sono fra tutte le creature adagiarmi nel tuo grembo, che l'arbitra sei dell'Universo? ma Essa replic: il tuo corpo riposer nel mio Tempio che a sempiterna fama sorge in Pisa [18] . Quei due vecchi frattanto lo tenevano sollevato da terra avanti la Dominatrice degli Angeli, atti porgendo di riverenza e di ossequio. Avvicinandosi il giorno, in cui l'unigenito dell'Eterno soffr la Croce sul Calvario, Ranieri si trasfer in Gerusalemme, portando seco la Pilurica, e distribuendo per via ai poverelli quel poco che gli era rimasto. Giunto all'Altare eretto sul Golgota v'impose la veste dei pellegrini, ed il libro dei Salmi, quindi piegate le ginocchia si offerse all'Altissimo. Un Sacerdote indoss a quel giovane, allevato fra gli agj di dovizia famiglia, la Pilurica, e pose in mano il salterio. Dopoch Ranieri si ritirasse da quel luogo, onde non venisse riconosciuto dai suoi compagni, e ricoperto solamente da quell'abito grossolano, a piedi nudi, cerc la solitudine nella Chiesa, ove si venera il Sepolcro del Signore. Si ritir per otto giorni sulle mura di Gerusalemme fra coloro, che ivi tenevano vita solitaria per liberarsi dalle indagini dei concittadini, i quali con ogni sollecitudine ne andavano in traccia; ma in seguito venendo meno la loro devozione, e stanchi nelle ricerche, fecero ritorno ai travagli e alla mercatura. Rimasto libero da questo timore ritorn presso la sacrosanta Tomba di Ges Cristo: quindi volentieri passava i giorni, e le intiere notti in digiuni, dispiacendogli solo di non intendere gli uffizj che si celebravano dagli Armeni [19] , ignaro qual egli era di quel linguaggio: ma il Doratore della sapienza gli infuse in guisa l'intendimento del medesimo, che ne comprese i cantici, e l'uffizio assai meglio di quello, che gli avveniva nell'idioma latino. Una cosa rimaneva a Ranieri del mondo, ed era l'uso del vino; di questo si nutriva all'orch gli veniva apprestato in elemosina da un Solitario che abitava su le mura di Gerusalemme. Un giorno, mentre si tratteneva a mensa con esso, ristorando col vino l'abbattute sue forze, avvenne che un piccolo volatile gli punse i labbri ed una mano; e quantunque ne venisse estratto il pungente aculeo, gli rimise tuttavia un dolore acutissimo, che niun medicamento valeva ad alleviarlo, e di giorno in giorno si rendeva pi molesto. Pertanto gli venne in pensiero di recarsi a visitare il Sepolcro del Patriarca Abramo, quasi certo fosse, che in quel luogo Iddio gli avrebbe manifestato il modo della guarigione. La strada che da Gerusalemme conduceva ad Hebron, era cos aspra e per sassi malagevole, che gli stessi cavalli vi lasciavano i ferramenti dei piedi, al che si aggiungeva il pericolo degli Ascaloniti, che non di rado infestando il viaggio dei pellegrini villanamente li derubavano. Ma questi ostacoli non rimossero Ranieri dalla sua risoluzione, che sicuro in Dio confidava. Mentre Ranieri dimorava in Gerusalemme atti esercitando di carit, una notte gli si offerse a vedere ampio vaso d'argento, intarsiato di gemme preziose; entro il quale, olio, e pece bollivano in modo da far credere che in poco verrebbe liquefatto. Osserv in questa visione che molto si affaticavano a gettarvi diverse materie onde smorzarne l'erdore, ma non riusciva a quelli l'intento, che anzi aumentava, e rinvigoriva l'incendio. Poche gocce d'acqua ci vers ranieri da una ampolla, consegnatagli per mano d'un Angelo, valsero ad estingurne la fiamma ed a spengerne per intiero il calore. Allora seppe dall'Altissimo che quel vaso raffigurava io suo corpo, e le cose gettate entro quello i diversi medicamenti adoprati per ottenere la guarigione. Inoltre intese la necessit di far uso dell'acqua, onde, siccome accadde, rimanesse libero da quel dolore, e da ogni stimolo di concupiscenza, che ad onta degli assidui digiuni, e delle pi rigorose astinenze lo molestavano. Da qui in poi s'astenne totalmente dal vino. Non manc il predetto Solitario d'invitarlo altra volta a mensa; ma, poich quegli ricus gustare il vino, che con gentilezza gli aveva offerto, bruscamente lo licenzi protestando che non l'avrebbe pi ricevuto, giacch sdegnava di aver seco un compagno cos scortese. Pertanto, mentro lo Scaccieri s'incamminava per l'altra parte, sent dirsi dal Signore queste parole: non volere in appresso, o Ranieri, andar vagando per procacciarti alimento, n abbandonare l'abitazione che sei per eleggere. Poich era solito domandar l'elemosine ai Fedeli, che si recavano a visitare il S. Sepolcro. Iddio gli comand che a lui dovesse chiederla, e solamente riceverla da altri quando a ci spontaneamente si fossero mossi. In questo tempo un gran numero d'abitanti di quei contorni sent uscire da quel luogo venerabile soavissimo odore; ivi introdottosi per discoprirne il motivo, vidde il Servo di Dio, che trattenevasi in orazione, onde ne argoment che il Cielo operava prodigj a favore di Ranieri. Da ci crebbe in guisa la sua stima e venerazione, che non pure i Compatriotti, ma ancora i Gerosolimitani lo additavano per l'eletto del Signore.

 

-      Divini favori compartiti a Ranieri, mentre prega in Gerusalemme, ed eseguisce digiuno quadragesimale sul monte di Quarantena.

 

Aumentandosi nel cuore Ranieri l'amore verso Iddio, crescevano del pari i prodigj che in esso operava la Grazia Divina. Mentre nella Chiesa suddetta alzava al Signore ferverose orazioni, sent gratissimo odore, che esalava dall'esterno del santuario; onde poste a terra le ginocchia, gir lo sguardo alla parte sinistra, e nulla vi scorse, ma gli occhi ripiegando alla destra osserv una Colomba, che batteva lentamente le penne verso di s, spirando prezioso odore d'incenso. Ranieri prostrato a terra odora l'Onnipotente, n osa sollevare la fronte. Quel mistico uccellosi ferm sul suo capo, e gli fece manifesto che in lui era disceso lo Spirito Santo. Quindi per tre giorni tanta luce gli scaturiva dagli occhi, che, nel recitare l'uffizio, il saltiero gli appariva scritto di inchiostro, ma a caratteri d'oro.

Dopo qualche tempo gli venne in animo di passare in Galilea, per condurre quaranta giorni in esercizj di piet nella citt di Nazaret, prediletta patria del Redentore. I Sacerdoti del Tempio a cui si diresse, conoscendo per fama la perfezione e la sanit del Beato, gli diedero facolt d'intodurvisi ogni volta che gli fosse piaciuto. Nell'ora che tutti riposavano, quindi si tratteneva meditando profondamente per molte ore della notte su l'infinita misericordia di Dio, che mosse il Figlio ad incarnarsi per riscattare il genere umano. In tal circostanza segu che, pregando per i Sacerdoti, e per la prosperit di quella Chiesa, d'improvviso gli stette avanti Satanasso, e stralunando terribilmente gli occhi di fuoco, con faccia orrida, e nera, ol, disse: supplica pure il tuo Dio quanto ti aggrada, ma cessa da questa preghiera; io stesso ho seminato questo campo, la di cui messe a me solo appartiene. Non volere in esso mietere con la tua falce, poich diverresti oggetto dell'ira mia. La risposta del Santo fu tra il disprezzo, ed il sorriso, e dell'umilt facendosi usbergo contro il principe delle tenebre persist nell'intrapresa orazione. Il Demonio cos vilipeso estinse i lumi della Chiesa, lo stacc violentemente dall'Altare dell'Eucarestia, ed a traverso lo port nell'atrio del Tempio, ove a forza lo pose a sedere. La perseveranza del nostro Santo nel resistere a questi attacchi unita alla divozione, ed al candore della Fede, lo resero vincitore dagli assalti infernali; verificandosi sempre la sentenza dell'Apostolo Giacomo resistete al Diavolo che egli fuggir da voi. Quindi ritornato in Gerusalemme lo prese desiderio di compiere digiuno quadragesimale nel luogo medesimo, ove lo avea compiuto il Redentore. A tale effetto supplic i Canonici del S. Sepolcro, ai quali apparteneva il terreno detto Quarantena [20] accusandosi loro per adultero, sacrilego, e come reo di empj misfatti. Ottenne il permesso di col passare la quadregesima, e di godere alla mensa degli altri operanti, quando innanzi avesse travagliato co' medesimi. Ma Ranieri, non ostante l'adempimento di quelle condizioni, traeva la maggior parte del tempo in orazioni ed in vigilie, e prolungava il digiuno dalla Domenica all'intiero gioved. I compagni considerando la costanza di quelli austeri esercizj, lo pregarono a non dar pi opera alle usate fatiche, onde con pi agevolezza si esercitasse in quel santo contegno, contentandosi nulladimeno d'averlo per giornaliero commensale. Ma egli in tutto quel tempo non si accost cibo alla bocca che per due volte a settimana, precedentemente lavorando, come se fosse stato pasciuto di sostanziose vivande. Fremendo il nemico infernale nel vederlo persistere in rigori di penitenza cos singolari, non manc di nuovamente ricorrere alle sue armi, cosicch lo insult con infami motteggi, e gli scagli addosso gran copia di sassi: ma Iddio non permesse che il suo fedele ne ricevesse alcuna lesione. Negli anni succedenti pass in quel luogo altre due quaresime, in una delle quali l'Eterno, che in lui aveva posta abitazione, l'onor di questo portento. Stavasi recitando l'ufizio per l'anime dei defonti, Egli ed Enrico suo Maestro, quandopervenuto alla recita del versetto Minuisti eum paulo minus ad Angelis etc. gli manc talmente la parola, che invano si sforzava di seguitarnee la recita. Intanto una voce di gran lunga distinta da quella di Ranieri proruppe in questi termini: Minui te paulo minus ab Angelis, gloria et honore coronavi te, et constitui te super opera mea, ti ho reso quasi un Angelo, ti ho coronato di onore e di gloria, e ti ho innalzato sopra le mie opere: - e meentre alla fine del salmo voleva dire l'usato Requiem continu l'istessa voce Gloria patri in te, Gloria Filio in te, Gloria Spiritui Sancto in te. Seguitando Ranieri in quegli esercizj, oltre diversi conforti, sent il massimo della gioja; essendogli riferito, che l'anime per le quali pregava, erano per sua intercessione pervenute al cospetto di Dio nella celeste Gerusalemme. In seguito ebbe la taccia dai malevoli di avere ostentato con intollerabile millanteria questi divini favori, i quali non erano toccati in sorte ad alcuno, che aveano preceduto nell'augusto sentiero della santit: ma invero Ranieri pales modestamente le altre meraviglie su di lui operate a fine di porger gloria e lode all'Eterno, che cose s grandi erasi degnato operare in favore d'un suo servo. Vie pi diffondendosi la fama delle virt, che adornavano il nostro Santo, ne fu preso d'invidia un Sacerdote del Santo Sepolcro, il quale indagava le azioni del Santo, e tutte le riduceva ad obbrobrio, detraendogli l'onore co' nomi di ipocrita, e con ogni titolo che lo potesse rendere oggetto di esecrazione. Egli, tuttoch fornito di straordinaria mansuetudine, per tali avvenimenti rimase alquanto angustiato, finch vide in sogno un uomo d'et, che armato di grosso bastone, a tutta forza le dava su le reni ad un cane, e gi spietatamente traeva a morte l'infelice animale, allorch Ranieri compassionando grid: sospendete, o signore, sospendete, e frattanto rimase svegliato. Non comparendo a Mattutino quel Sacerdote, che spiegava un cuore s maligno contro il Santo, fu reso avvisato dagli altri Canonici, ai quali fece rispondere non potersi alzare, per doglia acerbissima che sentiva nelle reni. A questa notizia l'Eremita, comprendendo il mistero della visione l'avvert che facesse immediatamente penitenza de' suoi misfatti, perch era imminente il termine di sua vita. Indispettito il Sacerdote si fece beffe dell'ammonizione, e rischiarato il giorno, come pi agevolmente pot, s'allontan dalla Quarantena, e nulla pi s'intese di ess, tranne che in pochi giorni morisse, come gli era stato predetto. Onde il Benincasa chiudendo questo capitolo: Carissimi fratelli fate senno, non oltreggiate i buoni servi di Dio, poich colui, del quale son tempio, sapr quando voglia e gli piaccia vendicarne le ingiurie.

 

-      Altre operazioni di S. Ranieri in Terra Santa.

 

Divoto com'era di tutti i luoghi santificati dalla Passione di Ges Cristo, si dispose a visitare il Monte Tabor dove avvenne la portentosa Trasfigurazione, ed ivi digiunava per lo spazio di quaranta giorni. Indirizzandosi a quella volta, incontr due pantere, che spiranti ferocia minacciavano l'esterminio di qualunque si fosse inoltrato. Ma Ranieri sentendosi l'anima pura e tranquilla, rinfrancato dalla fiducia di quel Dio, che mai non abbandona i suoi servi nei pericoli, non declin dalla strada, ma intrepido prosegu il suo cammino. Quelle mansuefatte a pari d'agnelle, dimessa placidamente la fronte lo accarezzarono. Cos l'Eremita pervenn al Taborre, dove ottenne dall'Abate di quel Monastero passarvi quel tempo con facolt di trarre sua vita od in compagnia dei Monaci, ovvero dei Servi. La condizione degli ultimi, perch pi umile e pi confacente alle sue costumanze, piacque al nostro Scaccieri.

Un giorno nell'ora che i Monaci stavano a refettorio, assentatosi dalle domestiche faccende, si ritir nel punto ove segu la Trasfigurazione; in ci tutto tenendo concentrata la mente gli si offerse Ges Cristo in mezzo a Mos ed Elia nella immensit della sua Gloria; stupefatto a questa visione cadde con la faccia per terra, finch cessato lo stupore, e venuto il tempo di cibarsi, ritorn al Monastero, dimostrando in volto l'eccessiva allegrezza del cuore. Da quell'aspetto l'Abate argoment che Ranieri era stato glorificato da qualch divina Apparizione, onde esso e gli altri Monaci con dolci modi, e con parole di benevolenza lo supplicarono a fissare in quel Convento la sua dimora; ma l'impeto del cuore richiamava Ranieri presso il Santo Sepolcro, cosicch, decorsi i giorni che aveva stabilito trattenersi, prese il cammino per Gerusalemme, lasciando quei Monaci edificati. Col ritornato, dopo non molto tempo gli venne brama nuovamente recarsi al Taborre; ma gli apparve il Signore recando nella destra tre candele, una delle quali, occupando il posto di mezzo, superava le altre in lunghezza. Dalla qual cosa richiedendo il significato al suo Dio, ne ebbe in risposta, denotarsi i luoghi del Nazzareno particolarmente santificati; che la candela di mezzo indicava il S. Sepolcro, dove voleva che il nostro Solitario rimanesse, fintantoch non lo chiamasse in altro soggiorno: le altre due candele si riferivano alla Quarantena, ed al Taborre. Dopo questa apparizione dimor con s grande affetto nella Chiesa del S. Sepolcro, che provava dispiacere, quando nell'ore destinate al cibo, ed al sonno era costretto ad allontanarsene. Volendo ancora Ranieri esercitarsi nelle opere di misericordia, un giorno invit a mensa un miserabile cui offerse un pane. L'ospite n mang a sua voglia, e ringraziato Iddio, si licenzi lasciando quasi inttero quel pane di cui si era saziato. Furono successivamente invitati altri poveri fino a dieci e sempre si rinnov l'istesso prodigio. Del che Ranieri indirizzando all'Eterno i dovuti ringraziamenti, cos gli venne riferito: in quest'oggi ti ho fatto simile a me stesso, mentre in quella guisa, che con cinque pani nutrii cinquemila persone, avanzandone non piccola porzione, tu pure d'un sol pane hai saziato 10 uomini, ed rimasto pressoch intiero.

Faceva un giorno orazione nel Tempio suddetto, e n'era questo il tenore Gran Dio, ti prego d'illuminare la mente a tutti coloro che t'innalzano cantici di lode e di benedizione, siccome fanno i Sacerdoti di questa tua Chiesa prediletta, affinch il popolo sotto la di loro scorta s'incammini nella tua Reggia. Al che rispose il Signore: ho consegnato questi Sacerdoti all'Angelo delle tenebre acci ne disponga a suo talento. A queste parole il Beato rimasto sbigottito replicava: ahim! nelle mani dunque del Diavolo sono stati rimessi i Pastori! che sar mai del gregge che seguita le orme di loro? Ma, oh Dio di misericordia cosa avverr ai Monaci, ed ai Canonici. Ai Canonici ed ai Monaci sogiunse il Signore, quando eseguiscano quello che hanno promesso, gli sar concessa la vita eterna, altrimenti accresceranno il numero di quelli. Intanto Ranieri cadde come morto cadavere e per otto giorni rimase in tal maniera abbattuto, che sospese per quel tempo le consuete mortificazioni e preghiere. Ma sul finire del giorno ottavo la voce del Signore gl'inton all'orecchia: sorgi, o Ranieri, pi non rimanere cos inutile, perciocch a questo non ti ho eletto. Comincia ormai a far penitenza per il mio popolo, cibandoti solo di pane succinerizio [21] e di acqua, e pregami di continuo per i peccatori, finch non ti accompagni nella tua patria. Le quali cose prese a fare di buon animo continuamente pregando e mortificando sempre pi l'estenuato suo corpo. Una mattina, non trovando da comprare altro pane se non quello che era migliore del succinerizio, se n'approfitt, e per via cos discorreva fra s: lode sia a Dio che quest'oggi mi ciber con pi gusto, e non potr esserne rimproverato, poich non ho veduto un pane inferiore. In tal pensiero si avvicinava a casa, quando ud la voce dell'Eterno in questa guisa: non sar che tal sorta di pane entri nella tua bocca, ma torna indietro, e ti additer di quale tu debba cibarti. Il nostro Solitario, risentendo anch'esso l'umona debolezza, repugnava col dire: servo sar io di tal modo che una sol volta non mi venga permesso mangiare del pane migliore? per me era meglio morire piuttosto che abbracciare un giogo cos pesante. Ma Iddio, che conosceva pienamente l'animo di Ranieri, bene scorgendo provenire questi lamenti non da crudo cuore ma da fragilit umana, soggiunse: eh! non parlare cos da stolto, torna meco in piazza, e ti accerto che non pi mangerai di quel pane. Riandato dunque al mercato compr quel pane tanto peggiore del consueto quanto era migliore di quello test comprato. In Dio confidando ritorn a casa, ove diede in elemosina il primo pane, e, benedetto il secondo, lo speriment disapore tanto squisito, che mai ne gust un simile in tutto il tempo di sua vita. Quindi rese grazie al Signore per s fatto portento, ed in appresso sempre cerc sottomettersi al divino volere. Dopo che per lo spazio di sette anni persever in s aspra penitenza, il Signore gli disse: ecco che con queste tue opere hai bastantemente soddisfatto per il mio popolo. Io voglio che tu preghi tuttavia per esso, ma ti concedo servirti di ogni cibo tranne la carne, e quanto vietato ai Nazzareni [22] . Era imminente il giorno della Nativit di nostro Signore, e da molti popoli si celebrava in Betlemme solenne santificazione di quella Festa: Ranieri nella vigilia volle recarsi col, e trascorsa l'ora di nona part da Gerusalemme, affrettando il passo per giungervi almeno sul cantar dei Vespri. Ma l'Onnipotente volle che nell'ora medesima di nona si ritrovasse in Betlemme; talch udendo ivi un suono di campana addimand se era per entrare il Vespro, gl'interrogati maravigliando risposero esser quello il segno di nona. Il Beato ringrazi il Signore e si trattenne in quel Paese.

Decorsi alquanti mesi, alcuni Pisani essendosirecati a visitare il S. Sepolcro accorsero a Ranieri, il quale, come ragion vuole, dopo Dio avendo a cuore lasua Patria, loro addimand lo stato della diletta sua Pisa: risposero che trovavasi in auge sotto gli auspicj della pace, a cui aveva contribuito non poco il Pontefice Eugenio III [23] : del che si compiacque godendo assaissimo per la prosperit de' suoi Cittadini. Ma essi aggiungendo che, quantunque il Vicario di Cristo si distinguesse per Santit di costumi, i Romani lo avevano discacciato schernendolo con oltraggiose parole, egli ne prov sommo riconoscimento, e rimossi i Concittadini, cominci a rivolgere nell'animo la villana che facevasi al capo visibile della Chiesa. Iddio, cos diceva fra s, ha esaltato Roma su tutte le altre Citt, eleggendo il Vaticano per seggio dei Pontefici, per troono della Santa Religione; ma essa ingrata a tanti di lui benefizj, lo vilipende nel suo Vicario. Ah! invero merita di perdere cos tanto onore, e che altrove il Pontefice scelga la sua Cattedra. Mentre cos pensava, uan voce gli disse: le mie vie son fatte tue, ed i miei pensieri son fatti tuoi, parlo io Signore onnipotente; e siccome i miei sentimenti per volger di generazioni giammai si cangiano, avverr certamente quanto ora da te si medita [24] . Essendo in Gerusalemme altissima neve con rigido e acutissimo freddo, Ranieri ne veniva assai molestato; nondimeno fu ispirato da Dio a recarsi a visitare altro Tempio abbandonando quello del S. Sepolcro. Ma al riflesso che la strada era coperta di neve e la Chiesa composta di marmi, l'infermit della carne lo rendeva titubante non sapendo adattarsi a star lungamente coi piedi nudi, conforme usava, sopra suolo cos diaccio; ma lo spirito del Signore, che non abbandonava il suo servo, lo indusse a deliberare. Per la qual cosa si port alla Chiesa nuovamente eletta, ed ivi toccati appena i marmi del pavimento sent quanto fosse soave il giogo del Signore poich essi deponendo sotto i suoi piedi la natural rigidezza, gli fecero provare un nuovo straordinario calore. Sentendosi Ranieri quasi abbruciare i piedi usc fuori di Chiesa, richiedendo per modo di scherzo agli astanti, se i marmi di quel Tempio fossero freddi. Quindi non potendo comprendere come gli altri Fedeli potessero trattenervisi senza soffrirne lesione, di nuovo entr, e sent il pavimento totalmente freddo, che gli rimasero i piedi intirizziti. Laonde accortosi del prodigio rese infinite grazie al Signore per aver in tal foggia corretta la sua pigrizia e difidenza. Il Benincasa termina questo periodo con l'encomio della fiducia in Dio: protesta poi di non aver di non aver riferite tutte le cose che il nostro Santo oper in Gerusalemme le quali moltissime furono, ma unicamente quanto di propria bocca gli aveva denotato.

 

-      Parte da Gerusalemme. Fa ritorno alla Patria.

 

Approssimandosi il tempo che lo Scaccieri per divina volont dov ripartire, non compariva in Gerusalemme Mercante o Gentiluomo Pisano, cui non domandasse quando fosse per recarsi in quelle contrade Ranieri Botacci, personaggio celebratissimo per senno e per armi, sul di cui naviglio presentiva di ritornare alla Patria. Non and guari, che questi fu incaricato d'ambasceria della sua Repubblica presso il Soldano d'Egitto, che teneva sua Reggia in Babilonia; e sopra di trireme, accompagnato da nobili e valorosi Concittadini, si rec in Babilonia ad eseguire la commissione del suo Senato. Compiuto il suo incarico diresse il corsso della nave alla Citt di Joppe, ove sbarc affine di recarsi in Gerusalemme a scioglier contratto voto. Ivi per avventura si imbatt nel Beato, il quale, dopo averlo abbracciato, e dette le parole pi dolci il cordiale amicizia, lo scongiur a ritornarsene a Pisa ov'era assaissimo desiderato da quei cittadini. L'amico di Dio, ebbench persuaso che con esso dovea far ritorno alla patria, tuttavolta volea l'espresso annunzio del Cielo, perci gli rispose che prima a seconda del suo desiderio arrivasse alle acque del Giordano; che frattanto pregherebbe l'Eterno a manifestargli il suo volere, giacch senza il di lui cenno non voleva abbandonare la Palestina. Tornati i Pisani dal Giordanocon amorevole sollecitudine gli addomandarono del richiesto consenso, ai quali rispose Ranieri: ritornate, ritornate pure alla Patria nostra; con tutto il fervore che io poteva ho supplicato il Signore, ma non mi ha esaudito. Allora il Bottacci ed i suoi compagni acquietandosi alle divine determinazioni, s'inginocchiarono avanti del Santo, raccomandando d'impetrar loro favorevole navigazione, giacch correva voce che i mari, i quali dovean percorrere, erano infestati da Corsari che a bella posta gli attendevano. Ranieri amarevolmente baciando i Concittadini soggiunse: vi prometto a nome del grande Iddio che nel viaggio non soffrirete alcuna bench minima offesa: partite adunque con sicurezza che prestamente rivedrete le mura paterne: dette queste parole, piangendo si congedarono. Tre giorni dopo che partiti furono i compatriotti, mentre il Santo orava a favore del Clero e del Popolo Cristiano, ud la voce di Dio in tali accenti: ecco, o mio diletto, il giorno, in cui tu devi abbandonare questa Provincia: io stesso sar tutta guida, come gi ti ho promesso; venne, ed abbandona Gerusalemme. Esultante Ranieri a questo cenno desiderato, ritorn presso la donna sua ospite, la quale gli rifer, come poco avanti che arrivasse, si eran rotti i vasi nei quali era solita apprestargli il cibo, unitamente alle poche suppellettili della sua stanza: gli aggiunse che la notte decorsa erale sembrato vedere, che la sua veste pi preziosa da incognita forza le fosse stata rapita, e trasportata per alto mare, per lo che temeva che egli se ne partisse, e la privasse di un esemplare cos perfetto di cristiane virt. Il Santo gli rispose che era volont del Signore la sua partenza, e che in verun modo poteva esentarsi dall'adempierla. Resi pertanto ringraziamenti delle cure che aveva usate ad esso lui, mosse il cammino sopra un'asinello, che venuto avanti tacitamente gli offerse il duro suo dorso. Questa partenza, ebbench improvvisa, non pot rimanere tanto occulta che molti non se ne accorgessero. Gran moltitudine di uomini lo prevenne presso le porte di Gerusalemme i quali, lagnandosi per la perdita di tanto tesoro, raccomandarono alle sue orazioni loro medesimi, e la Citt di Gerusalemme. Alzata la mano gli benedisse, e proseuendo il cammino giunse ad Accaron, ove ritrov il Bottacci con gli altri suoi prodi, che gi credeva lontani. Immantinente alzando i Pisani con grido di ammirazione e di gioja lo accolsero sulla nave, e lieti disciolsero ai venti le vele. Frattanto un parente del Beato su piccola nave solcava il mare presso la galera del Bottacci; di costui avendo Ranieri riconosciuta la voce chiamollo a nome, e gli disse: non ti sovviene come ti predissi che doveva ritornarmene insieme con Bottacci? E' verissimo, l'altro rispose, e tutti su ci facendo le meraviglie, adoravano di cuore l'Onnipotente. Proseguendo il viaggio scuoprirono da lungi due galere che credevano di pirati, mentre erano di Concittadini che andavano a soccorrere l'imperatore di Costantinopoli; costoro alzarono lo stendardo della Citt di Pisa riverito e temuto per tutti i mari. Allora cangiato il timore in allegrezza si avvicinarono a quelle navi ed alternate dimostrazioni di verace amicizia fu invitato il Bottacci a recarsi seco loro. Ma il saggio Capitano non cred espediente d'unirvisi, ma non avendo dal suo Senato ricevuta missione per quel Monarca. Insistendo i naviganti per condur seco quel naviglio, il Bottacci n rest alquanto turbato, allora il santo gli domand se ci si opponeva al suo desiderio, ed avutane l'affermativa, soggiunse: dunque, comanda ai nostri far forza su i remi e continuare il viaggio. La nave che portava il Santo mosse velocemente il corso pel mare; mentre le altre dirette a Costantinopoli rimanevano come immobili. Cos incontrarono propizia navigazione, finch trionfanti pervennero alla foce dell'Arno, ed indi a poco all'antica Alfea.

Rimpatriato il Santo, da prima prese ospizio coi canonici di S. Maria, che lo accolsero con grande onore e riverenza: dopoch alquanto si ricre, recatosi nel di loro Capitolo cos disse: io credeva che vi cibaste lentamente, e con ogni abbondanza di vivande, ma, come osservo, voi non gozzovigliate conforme da molti si divulga. Or ben vedo che quantunque i Religiosi usino parcamente de' cibi, i maligni su di ci estendono la loro immaginazione, attribuendo ai Servi di Dio quello che la gola fa essi cupidi d'appetire: ma veglia un Dio che ha promesso rivendicarne ogni ingiuria. Il giorno dopo fu condotto a S. Andrea in Kinseca [25] da certo Monaco denominato Matteo, inviato a tale scopo dall'Abate di quel Monastero; e dai Notabili di quella Parrocchia; ivi si trattenne in memoria di sua madre che v'era stata sepolta [26] . Ripensando questi alla sua conversione eseguita per mezzo d'Alberto, decise di prender soggiorno nel Monastero di S. Vito. Ci assai increbbe ai Monaci di S. Andrea, e per preghiera che adoprassero, non poterono in modo alcuno rimuovere l'animo del Santo dal seguire l'impulso del Cielo, che presso il Monastero d'Alberto impetuosamente, come ei diceva, lo richiamava.

 

- Naufraganti liberati. Sanit restituita a varj malati. Altri miracoli.

 

Molti discepoli ebbe ancora nella Patria i quali ne seguivano le tracce, spinti non tanto dalla contrizione del cuore, quanto all'amarevolezza verso il Maestro, per atti e per parole urbanissimo, esatto osservatore di quanto esige il vivere culto e civile. Ci non pertanto fra gli altri seguaci si ritrov un certo Guido, che sotto l'umil volger degli occhi, e l'onesto parlare, non dissimile dal traditore Giuda, nascondeva la pi nera e fina ipocrisia. Questi indivisibile dal fianco di Ranieri trafficava i benefizj che Iddio compartiva per intercessione di lui; e tanto crebbe la sua perfidia, che os pur anche dar voce ai men cauti che quanto di buono perveniva dal Santo a lui solo era dovuto. Ma non trascorse molto tempo che Ranieri, assistito dalla grazia divina, comprese i maligni pensieri della sua mente, e con dolci ammonizioni lo persuase ad allontanarsi dalla sua presenza, ed a correggere i suoi costumi.

Berta illustre matrona pisana, che abitava nella Parrocchia di S. Andrea, aveva l'unico figlio oppresso talmente da febbre che i medici ne disperavano la salute. L'afflitta madre corse avanti il Santo che per avventura si trovava in que' contorni, e gettandosi a suoi piedi lo supplic per la vita del figlio. Il diletto di Cristo umanamente l'accolse, assicurandola della di lui guarigione. Al riflesso della malattia, da prima la donna ristette alquanto dubbiosa, ma poi di fede avvalorata ritorn a casa, ove il medico verific la promessa del Santo.

Due navi si ritrovarono nell'Adriatico assalite da terribile procella; affond la prima, e fiero presentimento di morte costernava i miserabili naviganti che stavano sulla seconda. Tra questi vi f un Pisano solito a portar seco dell'acqua [27] di S. Ranieri; fattane parola ai compagni, dessi proposero di versarne alcune gocce sull'onde tumultanti. Dopo di che i flutti si abbonacciarono, ricomparve il cielo sereno, e la sicurezza della vita cangi in allegrezza il terrore de' nocchieri.

Un macellaio per nome Lamberto aveva un figlio che per forte dissenteria era agli estremi della vita. Esso manifest il deisderio di farsi condurre al S. Taumaturgo: e subito il genitore con alquanti compagni si accinsero al trasporto. Tra via giunto a morte l'infermo, il dolente padre voleva riportare il cadavere; ma venne distolto da un compagno che persuase doversi adempire la volont del giovane recandolo al cospetto del Santo. Condotto a S. Vito Ranieri gli asperse la bocca di propria saliva, e, dopoche per tre volte spinse il fiato sulla sua faccia, il giovane ritorn a vivere.

Eravi in Pisa una serva per nome Massajola, che l'inumani padroni l'avevano cinta di gravi catene, e strettamente la tenean legata ad un palo. In s dura schiavit sovente porgeva la meschina fervide preghiere al Signore, perch ad intercessione di S. Ranieri, pel cui mezzo operava tanti prodigj, si degnasse liberarla da uno stato cos tormentoso. Massajola un giorno dopo la consueta preghiera pot miracolosamente sottrarsi dai vincoli, che l'obbligavano al palo, ed inoltrata la notte sort fuori della casa senza che le catene le quali strascinava facessero alcun rumore. And a S. Vito ed appena ebbe battuto alla porta, le venne aperta. Intese il Portinajo la causa di sua venuta, l'accompagn presso una devota che abitava nel vicinato, onde aspettare il giorno e di tutto dar conto al Beato. Terminata la notte, Ranieri con alquanti Monaci recossi col, ed osservata la donna pos le mani sui lucchetti delle catene, e rivolti al Cielo gli sguardi, veggiamo, disse, se piace al Signore di render costei libera dai ferri; ed immantinente caddero al suolo le catene. Di poi mand a chiamare la sua padrona, la quale ben conoscendo il motivo per cui veniva richiesta, sdegnava di pervenire avanti a lui, ma stimolata dalle persuasioni del messaggio finalmente vi arriv, protestando che mai pi l'avrebbe fatta soggiacere a tale specie di pena. Ranieri allora la restitu ad essa dicendole: siccome nella tua serva non hai riconosciuta una sorella in Ges Cristo, non ander guari che Iddio ti permuter colla sua verga di ferro: ed in vero indi a tre giorni le naufrag un naviglio, perdendo miseramente ricchissime mercanze; nell'istesso mese le mor una figlia, e dentro quell'anno le fu tolto il marito da morte immatura.

Uguccione nipote di Guglielmetto, mentre con sua comitiva sopra un naviglio ritornava dalla Sicilia, venne assalito da fiera tempesta, che imminente gli minacciava la morte, e voti e lacrime e preghiere riuscivano inutili, mentre la furia del mare sempre pi imperversava. Frattanto pieno di fede Uguccione persuase i compagni a far voto al Santo Pisano, affinch il Signore per mezzo di lui placasse il mare burrascoso. Che ne avvenne da ci? si calm il vento, e le onde cotanto agitate, quiete si resero e piane.

Eranvi nel Borgo di S. Vito due Giovinetti, che i Padri loro mandavano giornalmente a far erba; ma nell'atto di stender la falce venivano respinti da sassi e da zolle, che gli scagliava mano sconosciuta; onde intimoriti, ritornando a casa senza il fascio, ne erano battuti dai genitori, e rampognati d'aver passato il tempo in puerili trastulli. Un giorno pertanto determinarono di recarsi al campo coi figli, ed avvenuto loro il medesimo ne tennero discorso col Santo. Ma egli ben conoscendo la malignit del Demonio, fatti inginocchiare in quel luogo i padri e i figli, porse loro a mangiar del pane, ed a bevere dell'acqua sua; quindi enunci che se i Demonj avessero riputate le usate ingiurie, gli avrebbe precipitati nell'inferno. Questa sentenza sort la sua piena esecuzione, e quei fanciulli ritornati al campo pi non furono distolti dall'opera loro.

Lo stesso rimedio dell'acqua, e del pane ebbe luogo sopra il prete Rolando da Cafaggio regio [28] , il quale, molestato dall'Epilessia, per la sua fiducia nel Santo ottenne perfetta guarigione. Inoltre risan il figlio di un certo Bennato che aveva tutto il collo ripieno di scrofole per trascuratezza infistolite, e divenute micidiali; guar parimente il figlio di un tal Bellando, e quello di Buccio della Chiesa di S. Pietro a Ischia [29] ambi dichiarati incurabili da' seguaci di Ippocrate. E se qui io volessi narrare anche piccola parte de' portenti che fece il Santo, empirei molte pagine: ma basti che io ne riferisca il presente. Soffredi medico stavasi a ragionare delle cose di Dio presso Ranieri, quando un suo fante affannoso strafelato venne ad avvisarlo come un malore improvviso aveva colto una sua figliuola, che egli amava tenerissimamente; corresse a casa, se pur farebbe a tempo a rivederla viva. Il medico percosso dal dolore, e tutto fuor di s pel subito caso: V, disse al servo, e portamela qua in tutti i modi. - presto il servo torn con la fanciulla in braccio, ma pallida, gelata, senza pure un segno di vita; cosicch Soffredi secondo gli argomenti dell'arte sua grid, che la creatura era morta. Per la qual cosa toltasela fra le braccia, la baciava e la spargeva di lagrime, chiamandosi disgraziato, perch Dio dopo avergli dato in terra un angelo sel fosse ripreso, e si augurava morire per esser con quella. Allora Ranieri tutto pieno dello spirito del Signore, con sicurezza di profeta Consolati, gli disse, di questo mal non morr e dopo averla con un segno di croce benedetta, va, soggiunse, la tua figlia vive. Alle quali parole il buon padre si rec a casa la bambina; e appena l'ebbe posta sul letto, quella apr gli occhi cos vispi che mai tanto, lev le tenere braccia, e le piccole mani, e chiamando il padre che era fuor di se per la gioja, gli si avvinchi al collo e lo coperse di baci. Il qual miracolo in quei tempi per la deposizione del medico e di altri che erano presenti, fu contestato e palese a tutta Pisa. Siffatti prodigii operava Ranieri per la fede nel suo Signore. Sette anni egli visse dopo il suo ritorno da Gerusalemme, facendo ogni d qualche gran bene di ajuto del prossimo, predicando con sapienza inspirata il regno di Dio, e confrontando gli uomini cattivi e convertirsi. Ma la predica pi eloquente e pi fruttuosa di ogni altra era la vita sua; che di umilt, di castit, di povert era esempio meraviglioso, egli continuamente digiunare, dispregiare ogni piacere della terra, coperto di cilizio, sempre scalzo; il d far tutte le opere di carit; la notte pregar misericordia ai peccatori; in ogni cosa governarsi da servo perfettissimo del Signore. Per lo che i Pisani lo avevano in tal concetto di santit, che non poteva per avventura esser maggiore, e in ogni disgrazia a lui pieni di fiducia ricorrevano, sicuri che Dio l'esaudirebbe.

 

- Morte gloriosa del Santo. Miracoli occorsi nelle solenni Esequie. Sepoltura del medesimo. Traslazione delle sue Ossa.

 

Dopo di aver descritti molti miracoli per i quali il nostro Ranieri tanto si rese celebre in terra, tempo oramai di passare a veder con stupore quanto grande e mirabile fosse nell'ultimo de' giorni suoi, in cui carico di meriti toccar dovea la meta delle asprissime penitenze, e volare a godere distinta gloria nel Paradiso. Gi si appressava la morte, in lieto e ridente aspetto, a recidere il filo invidiabile della sua vita. Egli intanto di ci presago non in altro pi si occupava se non che in raccomandarsi incessantemente al Signore, onde prepararsi con pi fervore a quel gran passaggio. Ricevuto aveva dai Sacri Ministri il sacrosanto Viatico, e l'estrema unzione eziando, e gi veggendo, che pochi momenti al viver suo rimaneano, rivolto con aria dolce, e serena a quei, che piangendo attorniavano l'umil suo letticiuolo, disse loro io vi lascio o amici, ed al Signore me ne vado. Temete, vi esorto temete Iddio: menate una vita da veri cristiani, e confidate nella Divina Misericordia. Deh! non apprendete il viver vostro dagli anni miei giovanili, che mi son tuttora grevemente angosciosi. Obliateli, dimenticateli. Non pot dir di pi, e strinto fra le braccia il Crocifisso, chiuso soavemente gli occhi, ed esal l'anima in seno del Signore il 17 giugno 1161. in venerd sera, essendo egli in et di anni 33., e cos comp in uno spazio cotanto breve di vita una serie ben lunga di meriti. Chi pu ridire i prodigj, che accompagnarono la morte del Santo caduta vittima nobilissima delle virt le pi eroiche? Quel Dio, che ancor dei pi gran Santi lascia ordinariamente alla Chiesa sua il giudizio della Canonizzazione, di Ranieri Egli stesso volle con un miracolo straordinario far palese il glorioso, e festivo ingresso nel Cielo. Di fatti le campane non sol di S. Vito, ma ancora tutte le altre della Citt cominciarono, non mosse da mano alcuna, a suonare festivamente, indicando anch'esse il passaggio alla gloria celeste del nostro Santo Ranieri. A tal festivo rimbombo innumerabile fu il popolo che frettolosamente al Monastero accorse per vedere e toccare quel Sacro cadavere. In questo tempo pertanto niun saziar si potea di abbracciarlo, e baciarlo or nella faccia, or nelle mani, or ne piedi, e baciato avendolo ognuno a gara, tornava a rimirar quel volto, che da ogni lato raggi di santit tramandava. Giunse frattanto, e il Clero tutto e i Sacerdoti, e gli Abati, e i Priori, e i Monaci e le Sacre Vergini col rimanente di quelli, che abbandonato il mondo consacrati si erano a Dio nello stato Religioso, e terminati avendo i doveri, e di amicizia e di Religione col nostro Santo, adagiarono quindi il suo sacro corpo su di una decente e decorosa bara. Nel giorno seguente poi, cio sabato dopo essersi in bella ordinanza disposti i varj ceti delle persone fu trasportato con solenne pompa, e con gran quantit di accese fiaccole, dalla Chiesa di S. Vito alla Chiesa sopra tutte le altre della Citt ragguardevole. Non ad altri per fu permesso di aggravarsi le spalle di questo prezioso deposito, se non che a scelti Sacerdoti. Mentre s'incamminavano alla volta del Sacro Tempio, sentivasi intanto da ogni lato esaltare la Misericordia di Dio in aver fatto Santo Ranieri, ed oh, cosa mirabile a dirsi! Quelli stessi che poco fa erano stati i suoi calunniatori, biasimandolo come amator degli applausi mondani, mutato adesso linguaggio, questi, s questi medesimi assai pi che gli altri n accompagnaron l'esequie, glorificandone la sublime sua santit, e l'eroica sua perfezione esaltandone, e cos in mezzo agli applausi universali fu accompagnato il sacro cadavere alla Chiesa Maggiore, ove giunto, fu messo tosto in mezzo al coro affinch il popolo soddisfar potesse alla sua devozione; e quindi celebrata fu solennemente la messa dall'Arcivescovo Villani, al quale successero due miracoli degni di essere rammentati. Il primo f questo: Gi da due anni trovavasi Monsignore Arcivescovo s gravemente ammalato, che ormai pi non appariva per esso speranza di vita. Ma oh Dio quanto sei ammirabile ne' Santi tuoi! Quasi nel momento stesso che Ranieri pass alla gloria celeste, l'Arcivescovo si sent liberato talmente dalla sua infermit, che con gran stupore di tutti pot libero trasferirsi al Duomo per ivi celebrare la messa in requiem. L'altro prodigio fu, che cantandosi del detto Arcivescovo la messa de' Morti, il popolo che assisteva ud cantare, non gi la messa per un defunto, ma quella bens, che si canta per la nativit di N. S. G. Cristo. Interrogato quindi dai Canonici, e da altre persone perch avesse cantata la messa della Nativit del Signore, Egli costantemente asser aver cantata la messa da morto; onde bisogna necessariamente dire esser ci accaduto per divina volont, volendo Dio con questo fatto mostrare al popolo Pisano la beatitudine, che possedeva nel Cielo il suo Concittadino Ranieri.

Terminate che furono le Esequie dell'Arcivescovo, fu nuovamente permesso al popolo di entrar nel coro a rivedere, e contemplare il suo santo. Non pu descriversi quanto mai grande fosse il numero, che ad un tratto vi concorse. Ciascuno di qualunque rango egli fosse, o nobile o plebeo, o ricco, o povero, ciascuno, io dico, sforzavasi di farsi largo in mezzo a tanta moltitudine onder poter baciare, o almen vedere pi d'appresso la morta spoglia del nostro, e lor Concittadino Ranieri. Ad evitar per qualunque disordine, che cagionar poteva una calca di uomini, e di donne s universale, fu giudicato espediente levare il sacro cadavere dal coro, e portarlo sopra del Pulpito, acci fosse esposto alla vista di ciascheduno, e cos pi non avesser motivo di accostarsi al feretro. Non per questo cess la frequenza del popolo, che anzi salito sopra al medesimo Pulpito non si saziava di rimirarlo, e toccarlo. Scendevano gli uni, ed a gara gli altri salivano, chi per dividere in piccole parti, quasi preziose reliquie, ed il vestito di cui era coperto, e la cintura, che lo stringeva; chi per porre nelle sue mani del pane, e vasi d'acqua, acci dal contatto di quelli santificati fossero ed arricchiti di celesti benedizioni per ridonare (siccome donarono) la salute agl'infermi. Tutti insomma staccar non sapeansi da quel sacro deposito, parendo loro, che tuttor mantenesse in quelle gelide membra le dolci attrattive, che mostrava allorch dispensando la divina parola, esortava con gran calore, ed impegno i timidi; incoraggiava i penitenti, ed al sen del Crocifisso riconduceva i peccatori traviati. N gi credeste che coll'avanzarsi del giorno si diminuisse la folla, che da ogni parte del Tempio augusto accorreva; anzi sempre pi moltiplicavasi, e pi ancora moltiplicata sarebbesi, se i sacri Ministri non l'avessero levato dal Pulpito per trasferirlo alla sepoltura. Tanto che fu, venne collocato in una cassa di marmo, donata a quest'effetto dai Consoli della Citt avverandosi cos quanto Egli stesso predetto avea ad un certo maestro Ugone ed al Canonico Benincasa scrittore della sua Vita, cio che il suo corpo sarebbe stato posto in detto sepolcro donato dai Consoli Pisani. Quivi riposarono le ossa di Ranieri fino all'anno 1591. nell'anno poi test riferito fu levato il di lui Corpo dall'antica Arca, e fu riposto in un'altra nuova assai pi ricca e bella di quello che non era la prima. Questa poi fu collocata non gi nel luogo dove era l'antica, cio in uno dei lati della Cappella nominata – l'Annunziata, – ma bens sopra l'Altare, che resta dirimpetto a quello ove riposano altri Corpi Santi cie Nicodemo, Gamaliele ed Abibone. Nella base poi di quest'Arca nuova si leggeva la presente Iscrizione Altare S. Raynerii Pisani Viri Nobilis cujus Ossa in hac conduntur Arca. In questo sito stettero le ossa per lo spazio di novantasette anni, passato il quale Iddio volle dar nuovi onori a Ranieri, merc la bont, ed il zelo di S. A. R. Cosimo III. Granduca di Toscana, allora felicemente regnante, il quale fece a proprie spese fabbricare una nobilissima e preziosa Urna (nella quale presentemente riposa) per quindi collocarla nella Cappella detta – l'Incoronata.- Prima per che fosse trasferito dall'antico al nuovo posto il corpo del nostro Santo, furono per comando dello stesso Granduca, compaginate con filetti d'argento e con ordine riunite le di lui sacre ossa. Questa traslazione poi fu fatta nel 25. Marzo del 1698. con solenne processione, la quale riusc sontuosa e magnifica, s per i ricchi apparati a bella posta simmetricamente distesi nelle contrade ove passava, si per l'illuminazione fatta in Duomo e per tutta la Citt, s finalmente per l'immensit delle accese fiaccole, che l'ossa accompagnavano del nostro inclito Taumaturgo Ranieri. Dopo questa traslazione non pi fu levato da quell'urna ove presentemente riposa, se non che in occasione di celebrarsi la di lui festa o triennale, o straordinaria, a render pi solenne la quale, veniva e viene talvolta depositato dall'urna preziosa in un'altra di legno, ricca per la indoratura, onde poterla agevolmente collocare sull'Altare maggiore, e quindi nella sera precedente la festa trasferirla con gran pompa e divota processione per la Citt. Di qui ebbe principio la triennal festivit veramente trionfale (cio l'illuminazione) in Pisa, che per il vago e decoroso aspetto, che rappresenta, mirabilmente richiama fin dai pi lontani paesi gli spettatori, ed attoniti poscia, e sopraffatti li rimanda ai patrii lor lidi. Solennit invero che sar sempre famosa, finch avr nome e vanto, magnificenza, e religione, solennit infine, che al mondo intiero far, come di presente fa fede, quanto al suo Ranieri grata ella sia, tenera, ed ossequiosa.

Certa donna per nome Gena, che abitava presso la Pieve dell'Acqua, in oggi comunemente detta la Madonna dell'Acqua, gi da otto anni era rimasta attrappita e contratta talmente in una mano, che non poteva in verun modo articolare. Ma oltre a questo accadde, che essendo insorta una rissa fra il suo marito ed altre persone, esse bramando di veder salvo il marito, si interpose fra mezzo ai litiganti onde pacificarli. Il suo ardente zelo fu causa che ancor essa fu ferita, e ferita in tal modo, che le furon quasi recise le congiunture dei nodi della mano inferma. Vedutasi in tale stato e conoscendo bene, che poco vi era da sperare dai soccorsi dell'arte, ricorse alla tomba del Santo, e non solo rest sanata dalla ferita, ma si sciolsero i nervi attrappiti e contratti, e si pot liberamente servir della mano.

Venne dalla Diogesi di Luni un fanciullo il quale avendo perduta affatto l'articolazione delle dita, era ridotto ad uno stato s infelice, che se voleva mangiare, faceva d'uopo che prendesse il cibo con la parte superiore di ambedue le mani, e cos se l'accostasse alla bocca. Animato pertanto da una viva fede si pose a pregare il nostro Santo; dal quale essendo stato esaudito, in avvenire pot, cessato ogni ostacolo, servirsi delle mani.

Seguiti furono i due feriti miracoli da un terzo assai famoso. Eravi un certo uomo, il quale da vario tempo aveva i suoi nervi cos contratti, che non poteva muovere parte alcuna del suo corpo. Non contentandosi il male di tormentarlo di nervi, sopraggiunse ancora una total cecit. Ognun vede quanto miserabile ei fosse, e quanta compassione destar dovesse nei cuori una situazione s disgraziata. Uditi per i prodigj che si operavano da Iddio mediante l'intercessione del Santo Ranieri, acceso di viva fiducia, vi ricorse ancor esso, e con stupore dei circostanti rest nell'istante libero, e sano.

Una certa Ildegranda, nata in Provenza, si era unita in matrimonio con un tale che abitava nel Castello di Vico-Pisano [30] . Segu che poco dopo la loro unione venne a morte il marito. Afflitta Ildegranda, notte e giorno deplorava con tenere lacrime la perdita dell'estinto consorte; e per motivo del continuo suo lacrimare s'indebol in tal modo, che pi non potendosi pel suo sfinimento reggersi sulle membra, fu costretta a giacersi nel letto. Ma per colmo di sua afflizione, gli occhi, a cagion delle lacrime che sempre versava, mancando dell'umor necessario, si chiuse alla luce del giorno. In questo stato s infelice se ne stette per molto tempo, e veggendo che niun altro riparo le restava se non se quello della protezione di Ranieri, ad esso per incominci ad inalzare ferverose preghiere, ricercando da lui quel soccorso, che da altri ottener non poteva. Fatto pertanto voto al Santo ricuper nell'istante le sue forze primiere, e la vista perduta.

 

- Miracoli operati dal Santo dopo la morte.

 

E' proprio di Dio il distinguere le anime benemerite e Sante, non solo ammettendole al possesso di se medesimo in Cielo, ma rendendole celebri ancora nel mondo per la fama dei pi stupendi miracoli. Una tal ricompensa donar volle il Signore alla vita e alla morte del nostro Santo, e perci che la vita riguarda, gi si sono bastevolmente descritte alcune sue meraviglie che a larga mano a pr di molti diffuse. Per ci poich appartiene alla gloriosa sua morte, basti soltanto il dire che la celebrit del suo nome si estese apoco a poco tant'oltre, che passando ben presto i confini della Provincia Pisana, e di quella ad essa circonvicini, velocemente inoltrossi in paesi anche lontani, e soggetti al dominio di potentissimi R. Testimone di ci che ne sia la Regina Giovanna d'Aragona, che dalla fama sorpresa de' suoi frequenti prodigj, divenuta essendo, direi cos, innamorata del nostro Santo, suppliche fervorose invi alla Pisana Repubblica, acci si degnasse di farle grazia di alcuna delle sue Sacre Reliquie. Alla cui religiosa istanza consentendo ella volentierissimo, fu di comun consenso deliberato che si levasse una costola dal corpo del nostro Santo, e questa a lei portata fosse da personaggi illustri per virt e per natali [31] . Ad oggetto per di persuadersi pienamente della celebrit accordata da Dio alla Santit del nostro Concittadino Ranieri, senza dubbio pi che bastante sarebbe il sapere i prodigj che accompagnarono la sua preziosa morte. Ma siccome Iddio, allorch indirizzar vuole un qualche fedele suo Servo agli odori degli Altri, non , n mai fu parco nell'esaltarlo, che anzi sempre pi rare grazie versando di giorno in giorno, ci f palese il compiacimento maggiore, che in lui si prende con luminosi tratti della sua onnipotenza: cos appunto mostrar si volle Ranieri glorificandolo ancor dopo morte con dar nuove, e maggiori dimostrazioni non sazio delle passate sebben grandi, e mirabili. E che vada cos la cosa, apertamente rester dimostrato dal racconto di alcuni di quei miracoli, che nei monumenti i pi autentici registrati si trovano, e questi confermeranno la maraviglia di quei tanti operati dal medesimo e in vita, e dopo morte, molti de' quali per amor di brevit di raccontar tralasciamo. Pochi giorni dopo il suo glorioso passaggio al Cielo (dentro l'ottava dei Ss. Apostoli Pietro e Paolo) supplichevole venne al suo Sepolcro una donna per nome Cigula, della Diogesi di Lucca, per implorar dal Santo la grazia di riacquistar la vista gi da gran tempo perduta. Consultato ella aveva molti medici, e tutti le avevano unanimente risposto essere ormai incurabile la sua malatta, cosicch a nulla giovato avrebbero i rimedj dell'arte. In niuno adunque pi confidando, che nella mano del Signore, mossa dalle meraviglie operate dal Santo, a lui ricorse con viva fede, e giunta al sepolcro sentissi gli occhi suoi risanati in modo, che pot chiaramente vedere. Per questo prodigio non cessarono i circostanti uniti ad essa di ringraziare il Signore, ed il Santo. Bello ed al sommo grande il fatto accaduto a certi Tedeschi, i quali salpato avendo dalla Sardegna indirizzavansi non so verso quale luogo. Diciotto eran le persone che equipaggiavano la tedesca nave, la quale andava di conserva con altri legni spinti da prospero vento. Quando cangiatosi insorse un'orribile improvvisa tempesta, e la nave tedesca fu da un colpo di onda distaccata dall'altre, solo restando a sostener l'impeto de' venti. Terribili onde flagellandola veniva trasportata ora sulla sommit de' flutti spumanti, ora sbalsata nella sottoposta voragine, or spinta da poppa, or da prora; or si piegava di fianco, or l'onde calcavan di sopra; ed i miseri marinaj vedendosi vicini ad urtar negli scogli, n potendosi pi servire de' remi, ne volteggiare il timone, aspettavano ad ogni istante la morte. In tale stato trovandosi, ricorsero all'intercessione di S. Ranieri, con umili preghiere; il bastimento, che era quasi per rompersi negli scogli, fu da invisibil mano ritirato indietro, non ostante la furia delle onde, ed il continuo imperversare de' venti. Riavuti quasi da morte a vita quegli infelici che gi stavano per naufragare, richiamaron le forze smarrite onde porsi in salvo, ed essendo riuscito loro di prender porto, venner poi tutti umili, e riverenti alla tomba del Santo, confesssando pubblicamente, che solo per l di lui intercessione erano stati salvati dal naufragio. Grande, magnifico, ed al sommo potente a noi si mostra il nostro Santo nel prodigio, che siamo per raccontare. Imperciocch, se finora Ranieri non ha ottenuto grazie da Dio, se non per coloro che lo pregano devotamente, in questo poi senza preghiera alcuna di umil devoto, la generosa, e potente sua intercessione accorre sollecita a consolare l'oppresso.

Eravi una certa donna, la quale essendo tormentata da una gravissima idropisia, e giudicando umanamente, che poco le sarebbe rimasto di vita, aveva gi intrapresi varj pellegrinaggi in diversi santi luoghi, onde ottener dal Cielo la guarigione tanto desiderata. Ritornava l'inferma da visitare il celebre Santuario dell'Arcangiolo S. Michele, fabbricato sul Monte Gargano nella Capitanata, quando sorpresa dalla notte fu obbligata a chiedere ad un cert'uomo un qualche caritatevol soccorso per alimentarsi, e pregarlo eziandio a volerle concedere un poco di ricovero. Concesso le fu l'alloggio, a dalla piet dell'ospitale fu adagiata in un letto assai comodo. Un sonno profondo chiuse aveva le pupille dell'ammalata, quando da quella riscossa vide un uomo tutto folgorante di gloria, il quale in tal modo prese a parlare: io son Ranieri, vanne a Pisa a visitar la tomba ove giace il mio corpo; tranquilla intanto il tuo spirito, e st di buon animo, mentre da questo punto guarita sei del tuo male; e ci detto spar; Infatti trovossi sul far del giorno sano, e sgonfiato il suo corpo. Stupefatta da tal miracolo raccont l'accaduto al pietoso suo albergatore, pregandolo caldamente a volerle manifestare chi mai fosse Ranieri, e verso qual parte situata fosse la citt di Pisa. Informatane pienamente, deliber di portarvisi senza punto indugiare; ove avvisata, si rec subito alla tomba del Santo, e con lacrime di sincera riconoscenza ringrazi Ranieri della ricuperata salute, facendo nel tempo medesimo una sincera e pubblica testimonianza di quanto l'era accaduto. Molti e varj prodigi per cui risplende il nostro Santo nel breve giro di un anno dopo la morte mi si schierano davanti al pensiero; ma come tutti poss'io descriverli senza deviare dal fine di un breve compendio da me proposto? Non star pertanto a far parola di quei molti, e grandi miracoli, che operar si videro in tutti i tempi ora ne' ciechi per lui alla luce del giorno restituiti, or nei muti che per lui riacquistarono la favella, or negli estinti, dal sepolcro richiamati a novella vita, or negl' infermi che risanarono in un istante, or ne' miseri naufraganti sottratti ai vortici delle furiose onde del mare, ora infine in tutti quelli, che nei pericoli di ogni sorta hanno mai sempre sperimentato l'efficacia l'efficacia della sua specialissima protezione. In queste adunque, o lettor divoto t'invito a fissare la mente e il cuore, onde infiammato dalle nobili attrattive delle rare virt di lui possa ottenere il bramato frutto, cui unicamente aspirano le mie fatiche comunque siano, e ti renda degno dello sguardo sempre propizio del nostro Santo, il quale agevolar ti pu la spinosa via, che sola diritto conduce a possederne poi la beata sua compagnia nel Cielo.

Avventurata Pisa! Tu, diletta Patria del tuo Ranieri, da Dio in special modo privilegiata, dar ti puoi il nobil vanto di avere a tua difesa un vigilante custode, e Protettore presso del divin Trono, donde sollecito lo vedesti stender tante volte benefica la sua mano per sollevarti nei tuoi bisogni, ed implorare a favor tuo le grazie pi segnalate: minacci pure il Cielo con lunghe dirotte pioggie desolazione, e sterminio a' tuoi seminati; minacci pur l'Arno rigurgitante di rompere tutti gli opposti ripari, e di allagare senza freno le tue contrade; si faccia pure sopra il tuo capo di bronzo il Cielo, negando propizj influssi, sicch il pallido agricoltore disperi della raccolta, mercede dai suoi sudori desiderata, non tantosto l'urna dischiudesi ove le ceneri riposano del tuo Ranieri, non tantosto i figli tuoi si prostano dinanzi a lui, che il Cielo si rasserena, lieto il campo biondeggia fecondo di bella messe, l'Arno dimentico del suo furore scorre il placido nel proprio letto, sorprese restano, o dissipate le orribili gragnuole devastatrici, ed incatenati sono i rapidi rabbiosi venti. Che dir poi delle ineffabili consolazioni, che la infinita bont di Dio per l'intercessione del tuo Ranieri senza numero ha dispensate, e costantemente dispensa a tanti infelici, che a lui ricorrono per trovare il rimedio efficace alle loro miserie spirituali? Per lui il superbo, riconoscendo in s un pugno di poca polvere, ed il suo nulla, rivestesi contento dell'umilt: per lui l'avaro sordido staccasi generoso dalla esecranda ingordigia del danaro, che lo divora; per lui quel misero perduto dietro alla insaziabil brama dello sfogo brutale, che innanzi tempo il trascina a piombar fracido nella tomba, docile si risolve a segnare le vestigia dell'angelica purit. Felice Pisa! cui toccata la bella sorte di aver avuto fra le mura, anzi fra i figli tuoi un s gran Santo, che colle potenti attrattive de' suoi esempj, che coll'imperiosi prodigj suoi rese docili gli elementi per consolarti, trionf di tanti cuori dolcemente vinti, che lo seguirono. Che se richiamo per un'istante quella grandezza, per cui un tempo fosti l'ammirazione dell'universo in valor marziale, che ravviso per ogni dove nei monumenti, che ancor nobilitano la tua memoria, alto esclamo, oh quanto cedono al tuo Ranieri, ai quali non apr a' fedeli seguaci suoi la superba via alle conquiste di vasti caduchi regni, ma gli anim bens coll'umile sua condotta all'acquisto della vera immancabil gloria nel sommo Bene. Ma qual' mai la ragion funesta che a' nostri tempi pi non vedonsi, o rare volte rinnovare tra noi gli effetti della protezione del nostro Santo? Facciam rivivere la prisca fede dei Padri nostri, e degni ci renderemo al pari di loro di quelle grazie, che da Iddio a coloro soltanto son dispensate, che alla fede fan precedere le opere virtuose. Da lui imparino perci i giovani a lavar col pianto di calde lagrime i loro errori, se infelicemente si lordarono nei piaceri, i nobili ad accrescere la ricchezza del sangue loro con lo splendore della virt, i ricchi a santificare l'uso delle ricchezze col sovvenimento dei poverelli, e tutti ammalati da santa emulazione imparino a disprezzar, come si vede i beni fallaci di questo mondo, che qual Sirena incantatrice adesca gl'incauti a piombare nel pi orrendo dei precipizj. La imitazione adunque di S. Ranieri nostro Concittadino, sia l'unica sollecitudine, che c'accompagni indivisibile in tutte le nostre azioni. mulemur concludiamo con S. Bernardo, mulemur in viro sobrium, devotum affectum, mulemur in viro sobrium, devotum affectum, mulemur mansuetudinem spiritus, castimoniam corporis, oris custodiam, animi puritatem.

 

 

 

 

 

- L'ICONOGRAFIA DI SAN RANIERI [32] .

 

L'iconografia agiografica dipende dalla Vita del santo, , dal culto liturgico e dalla devozione privata. In modo decisivo, la finalit commemorativa attribuisce un valore singolare alla decorazione della tomba e del santuario che accoglie le reliquie: il luogo di deposizione esprime con chiarezza la realt taumaturgica attribuita al santo. Queste sono le motivazioni principali della comittenza di opere d'arte, che si riferiscono ad episodi biografici di S. Ranieri, e determinati avvenimenti miracolosi, al suo celeste protettorato sulla comunit civile e ecclesiale pisana. Quindi, accanto alla realt artistica, bisogna ricordare la dimensione pastorale, didattica, sacra di ogni immagine.

Da queste premesse si determina la tipologia della rappresentazione iconografica. Dalle immagnini finora raccolte [..], emergono i vari ruoli attribuiti dalla religiosit popolare e dal culto liturgico al santo. In questo modo si determina la variet delle figure del santo:

-  asceta vestito con il cilicio (pilurica).

-  orante di fronte ad un crocifisso.

-  in piedi, con il bordone del pellegrino o la croce pisana.

-  taumaturgo in gesto di benedizione.

-  beneficiario di una visione della Madonna (che gli annunzia la sua futura sepoltura nel Duomo di Pisa).

-  oggetto dell'omaggio della citt e diocesi di Pisa, di cui protettore.

-  patrono della Toscana (insieme ad altri santi).

-  ciclo completo della sua vita.

 

La prima rappresentazione iconografica era, probabilmente, sistemata sopra la tomba. La Vita (righe 586-588) vi accenna: ...eius gloriosum sepulcrum in rapresentantis corporee in ymaginis Dei genitricem gremio, ubi primum fuerat. Potrebbe, facendo un'ipotesi, trattarsi dell'immagine scolpita da Tino da Camaino negli anni 1305-1306, che riunisce Maria e Ranieri. Pi problematica l'autenticit di una acquasantiera, conservata presso il Metropolitan Museum di New York, attribuita al maestro Guglielmo di Pisa e datata al 1160 ca., dove presentata l'attivit taumaturgica di un santo vestito con la pilurica: opera rimasta sconosciuta fino al 1960 ca. e non mai segnalata nei cataloghi di opere d'arte, nelle descrizioni delle chiese e dei musei di Pisa e di Toscana, nonch nei racconti dei viaggiatori. Sar un falso? Di epoca invece pi certa un cofanetto, depositato presso il Museo dell'Opera del Duomo, della fine del secolo XII o dell'inizio del XIII, che contiene reliquie delle vesti di S. Ranieri ed ornato con smalti champlev di Limoges, con influssi bizantini.

 

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I    PISA, Museo Nazionale S. Matteo

 

Bandinella dei Battutini, di scuola pisana (sec. XIV); destinata alla compagnia dei disciplinati, della confraternita dello Spirito Santo.

Tema: S. Ranieri in piedi, vestito con la pilurica e una fascia di cuoio, si appoggia sul bastone di pellegrino e benedice con la mano destra. Ai suoi piedi, a destra e a sinistra, su uno sfondo montagnoso, sono inginocchiati due gruppi di Disciplinati (circa 12 o 13) vestiti di bianco e incappucciati. Sulla spalla di alcuni si nota il distintivo della confraternita (una colomba azzurra).

Cfr. G. Kaftal, Iconography of the Saints in Tuscan Painting, Florence 1952, c. 874, fig. 984.

 

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II-III  PISA, Museo dell'Opera del Duomo

 

Tino da Camaino ( 1139), tavola-altare di S. Ranieri; gi nel duomo di Pisa. realizzata negli anni 1305-1306. Nella pala di marmo, sovrastante l'altare: in alto, la mano benedicente di Dio, lo Spirito Santo, la Madonna con il Bambino, due angeli, due santi (Ranieri, Marco), due committenti inginocchiati; ai lati, due serafini. Nella parte inferiore, tre episodi della vita di S. Ranieri:

- Ranieri si rivolge ad un dignitario.

- Ranieri invocato da due personaggi inginocchiati.

- il corpo del santo deposto nella nuova tomba.

Cfr. J.B.Supino, Arte Pisana, Firenze 1904, fig. 143.

 

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IV PISA, Chiesa di S. Paolo a Ripa d'Arno

 

Turino Vanni, tavola firmata e datata 1347.

Tema: la madonna con Santi. Alla destra della Vergine, S. Ranieri in piedi, con lo stendardo di Pisa e il bordone di pellegrino. Proviene dalla soppressa chiesa pisana di S. Cassiano, dalla quale fu trasferita nell'attuale sede nel 1808 ca.

Cfr: G. Kaftal, Iconography of the Saints in Tuscan Painting, Florence 1952, c. 873, fig. 985.

 

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V   PISA, Duomo, Aula capitolare

 

Spinello Spinelli, detto Spinello Aretino (1373-1410), tavola dipinta negli anni 1395-1400. Si tratta della parte laterale sinistra di una tavola d'altare, la cui altra met depositata presso il Museo Nazionale di S. Matteo in Pisa.

Tema: i santi Ranieri, Silvestro papa, Giorgio. L'indicazione dipinta sulla cornice moderna erronea: Opus Ducii Boninsegnae filii ante a. 1347 confectum. Secondo A. Bellini-Pietri, Guida di Pisa, Pisa 1913, opera di Lorenzo di Niccol Gerini (Sec. XIV), stessa attribuzione in G. Kaftal, Iconography of the Saints in Tuscan Painting, Florence 1952, c. 873, fig. 1048.

 

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VI   PISA, Museo Nazionale S. Matteo

 

Scuola pisana (sec. XV) S. Ranieri

 

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VII FIRENZE, Palazzo Pitti, Museo degli argenti

 

Giovanni Battista Foggini (1718): statua reliquiario in argento commissionato dal Granduca Cosimo III; altezza cm. 16. Appartiene a un reliquiario, in forma di tempietto, con sette statuette di santi e 5 putti, dedicato ai santi protettori della Toscana.

Cfr. K. Aschengreen, hrsg. von A. Kosegarten und P. Tilger, Berlin 1968, pp. 488-493.

 

 

 

 



[1] ): Le poesie di Neri Tanfucio (renato Fucini), Milano, 1935, p. 52. – [Rginald Grgoire, San Ranieri di Pisa (1117-1160) in un ritratto agiografico inedito del secolo XIII, 1990 Pacini Editore – Pisa, p. 82, n. 69].

[2] ): R.Grgoire, San Ranieri di Pisa (1117-1160) in un ritratto agiografico inedito del secolo XIII, 1990 Pacini Editore – Pisa, pp. 13-28.

[3] ): Una possibilit di provenienza camaldolese (a Pisa, c'era pure un Monastero di quella famiglia monastica: S. Michele in Borgo) emerge dal fatto che, alla fine del secolo XIX i Cappuccini di Livorno acquistarono due codici di Camaldoli. Il presente codice potrebbe essere arrivato da Pisa in quella circostanza; []. - Rginald Grgoire, San Ranieri di Pisa (1117-1160) in un ritratto agiografico inedito del secolo XIII, 1990 Pacini Editore – Pisa, p. 14, n. 3.

[4] ): Rginald Grgoire, San Ranieri di Pisa (1117-1160) in un ritratto agiografico inedito del secolo XIII, 1990 Pacini Editore – Pisa, pp. 53-61.

[5] ): E.Cristiani, Nobilt e popolo nel comune di Pisa dalle origini del podestariato alla signoria di Donoratico, Napoli 1962 (Istituto per gli studi storici di Napoli), p. 474; n. Caturegli, Ranieri Scacceri, Il santo di Pisa, Pisa 1961, p. 5, n. 2. Un albero genealogico (elaborato nel secolo XVII?) della famiglia pisana Scacceri depositato in Pisa, Archivio Capitolare, C 130 (gi C 87), Miscellanea Zucchelli, inserto 1. – [Rginald Grgoire, San Ranieri di Pisa (1117-1160) in un ritratto agiografico inedito del secolo XIII, 1990 Pacini Editore – Pisa, p. 54, n. 8].

[6] ): P.Cardosi, Memorie Sacre delle Glorie di Pisa, con breve compendio delle vite dei santi e dei beati della citt e suo distretto, Pisa 1675, pp. 211-212: Mingarda de Buzzacherini; G.M.Primo, Vita d santi e beati Pisani, Pisa 1678 (ms. C 134 dell'Archivio Capitolare dell'Opera del Duomo di Pisa), f. 30r: la Madre Madonna Spingarda Buzzacherini; P.Tronci, Memorie storiche della citt di Pisa, Livorno 1682, p. 102: la sua Madre fu Spingarda da Buzzaccherini Nobilissima donna Pisana, N.Caturegli, Ranieri di Pisa, in Bibliotheca Sanctorum XI (1968; 1982), c 37: sua Madre Mingarda apparteneva al nobile casato di Buzzaccherini. Esiste una famiglia Buzzacarini in Padova (cfr: AA.VV., Buzzacarini, in Dizionario biografico degli Italiani 15, 1972, pp. 634-648), che fu apparentata con i Buzzacherini di Pisa. – [Rginald Grgoire, San Ranieri di Pisa (1117-1160) in un ritratto agiografico inedito del secolo XIII, 1990 Pacini Editore – Pisa, pp. 54-55, n. 11].

[7] ): Ranieri era giullare , cio esecutore e interprete; non sembra che fosse trovatore, cio autore. I giullari e le giullaresse: eredi diretti dei mimi latini, erano istrioni capaci di fare tutto, musici certo, ma anche giocolieri, saltimbanchi, acrobati o prestigiatori, marionettisti o ammaestratori di animali (meretrici all'occasione). Come il suo prototipo romano, era un mestiere screditato, disprezzato dalle persone per bene, e per primi gli uomini di chiesa. – [Rginald Grgoire, San Ranieri di Pisa (1117-1160) in un ritratto agiografico inedito del secolo XIII, 1990 Pacini Editore – Pisa, pp. 56-57, n. 18].

[8] ): uester meretur indui preregrina, que uulgo pilurica dicitur seu sclaudina. Dall'arrivo in Palestina e fino alla morte, cio per circa venti'anni non beve vino. Da questo particolare si fissa la cronologia. Perci giunto in Palestina nel 1140 ca., all'et di 23 anni circa. Dal suo ritorno in Italia Ranieri trascorre 7 anni in Pisa; egli aveva allora 36 anni ca. Quindi il suo soggiorno palestinese si protratto dal 1153 (1154) ca. – [Rginald Grgoire, San Ranieri di Pisa (1117-1160) in un ritratto agiografico inedito del secolo XIII, 1990 Pacini Editore – Pisa, p. 57, n. 20].

[9] ): il potere sul demonio gli concesso in modo particolare in Quaresima. Numerose sono le guarigioni di indemoniati. – [Rginald Grgoire, San Ranieri di Pisa (1117-1160) in un ritratto agiografico inedito del secolo XIII, 1990 Pacini Editore – Pisa, p. 57, n. 28]. 

[10] ): ad esempio, guarigione di un sacerdote epilettico [..] numerose sono le guarigioni anche a favore di saraceni [..]. Acqua cambiata in vino [..]. Fenomeno di sudazione della tomba [..]. – [Rginald Grgoire, San Ranieri di Pisa (1117-1160) in un ritratto agiografico inedito del secolo XIII, 1990 Pacini Editore – Pisa, p. 58, n. 30]. 

[11] ): Memorie Sacre delle Glorie di Pisa, con breve compendio delle vite dei santi e dei beati della citt e suo distretto, raccolte da Pietro Cardosi, cittadino Pisano, 1675. Pisa, Tipografia Pieraccini 1844, pp. 78-125.  

[12] ): I Bollandisti sotto il giorno 17. di Giugno, riprovando l'anacronismo d'altri Scrittori di questa vita, hanno dimostrato che nascesse in quest'anno. [Memorie Sacre delle Glorie di Pisa, con breve compendio delle vite dei santi e dei beati della citt e suo distretto, raccolte da Pietro Cardosi, cittadino Pisano, 1675. Pisa, Tipografia Pieraccini 1844, p. 78.]

[14] ): Vivente S. Ranieri, Buzzaccherino Buzzaccherini di questa famiglia fu eletto Capitano, ed invano in soccorso del Re Guglielmo di Sicilia. Tronci Ann. Pis. 1125. [Memorie Sacre delle Glorie di Pisa, con breve compendio delle vite dei santi e dei beati della citt e suo distretto, raccolte da Pietro Cardosi, cittadino Pisano, 1675. Pisa, Tipografia Pieraccini 1844, p. 78.]

[15] ): Si ignora la precisa situazione di questa casa. [Memorie Sacre delle Glorie di Pisa, con breve compendio delle vite dei santi e dei beati della citt e suo distretto, raccolte da Pietro Cardosi, cittadino Pisano, 1675. Pisa, Tipografia Pieraccini 1844, p. 82.]

[16] ): Era questa l'unica chiesa di S. Martino, ufiziata da' Canonici Regolari; esisteva nel circuito ove la presente Priora sotto gli auspicj del medesimo Santo. [Memorie Sacre delle Glorie di Pisa, con breve compendio delle vite dei santi e dei beati della citt e suo distretto, raccolte da Pietro Cardosi, cittadino Pisano, 1675. Pisa, Tipografia Pieraccini 1844, p. 82.]

[17] ): Veste rozza con cappuccio intessuta di peli di capra, solita portata dai Pellegrini. [Memorie Sacre delle Glorie di Pisa, con breve compendio delle vite dei santi e dei beati della citt e suo distretto, raccolte da Pietro Cardosi, cittadino Pisano, 1675. Pisa, Tipografia Pieraccini 1844, p. 83].

[18] ): La presente Cattedrale, che sotto gli auspicj della Vergine Assunta, nel secolo undicesimo, i Pisani innalzarono a Dio, il Tempio che Maria glorificata col nome di suo grembo. [Memorie Sacre delle Glorie di Pisa, con breve compendio delle vite dei santi e dei beati della citt e suo distretto, raccolte da Pietro Cardosi, cittadino Pisano, 1675. Pisa, Tipografia Pieraccini 1844, p. 85].

[19] ): Benche in questo tempo la Chiesa di S. Sepolcro fosse utilizzata dal S. Patrirca Latino, e dal suo Clero, tuttavia gli Armeni eran soliti di celebrarvi separatamente l'uffizio divino. [Memorie Sacre delle Glorie di Pisa, con breve compendio delle vite dei santi e dei beati della citt e suo distretto, raccolte da Pietro Cardosi, cittadino Pisano, 1675. Pisa, Tipografia Pieraccini 1844, p. 86].

[20] ): Quarantena un monte in Terra Santa vicino al fiume Giordano, ove dicesi che Cristo digiunasse per quaranta giorni, ed altrettanti notte continue. [Memorie Sacre delle Glorie di Pisa, con breve compendio delle vite dei santi e dei beati della citt e suo distretto, raccolte da Pietro Cardosi, cittadino Pisano, 1675. Pisa, Tipografia Pieraccini 1844, p. 90].

[21] ): Pane di farina immonda cotto sotto la cenere. [Memorie Sacre delle Glorie di Pisa, con breve compendio delle vite dei santi e dei beati della citt e suo distretto, raccolte da Pietro Cardosi, cittadino Pisano, 1675. Pisa, Tipografia Pieraccini 1844, p. 95].

[22] ): Coloro facevan voto d'astenersi da ogni bevanda produttrice di ubriachezza. [Memorie Sacre delle Glorie di Pisa, con breve compendio delle vite dei santi e dei beati della citt e suo distretto, raccolte da Pietro Cardosi, cittadino Pisano, 1675. Pisa, Tipografia Pieraccini 1844, p. 97].

[23] ): E' fuori dubbio che questo Papa discenda dall'illustre famiglia de' Paganelli, in quel tempo Signori del castello di Montemagno situato non molto distante da Pisa. [Memorie Sacre delle Glorie di Pisa, con breve compendio delle vite dei santi e dei beati della citt e suo distretto, raccolte da Pietro Cardosi, cittadino Pisano, 1675. Pisa, Tipografia Pieraccini 1844, p. 97].

[24] ): Infatti Roma fu spogliata della Sede Pontificia dal 1305. sino al 1377. Clemente V. la trasfer in Avignone, ove dimorarono Giovanni XXII. Benedetto XII. Clemente VI. Innocenzo VI. Urbano V. e finalmente Gregorio XI. che sul finire dell'et sua la restitu a Roma. [Memorie Sacre delle Glorie di Pisa, con breve compendio delle vite dei santi e dei beati della citt e suo distretto, raccolte da Pietro Cardosi, cittadino Pisano, 1675. Pisa, Tipografia Pieraccini 1844, p. 98].

[25] ): Era un Monastero che i Pisani, dopo l'intrapresa dell'Isole Baleari, eressero ai Monaci di S. Benedetto in Marsilia, in guiderdone dell'onorata Sepoltura apprestata ai cadaveri dei loro Guerrieri. [Memorie Sacre delle Glorie di Pisa, con breve compendio delle vite dei santi e dei beati della citt e suo distretto, raccolte da Pietro Cardosi, cittadino Pisano, 1675. Pisa, Tipografia Pieraccini 1844, p. 103].

[26] ): Riferisce il Benincasa che in questo trattenimento oper molti miracoli, ma non vengono da essi narrati in quanto che non vi fu presente o non gli ud dalla propria bocca del Santo. [Memorie Sacre delle Glorie di Pisa, con breve compendio delle vite dei santi e dei beati della citt e suo distretto, raccolte da Pietro Cardosi, cittadino Pisano, 1675. Pisa, Tipografia Pieraccini 1844, p. 103].

[27] ): Procedeva quasi sempre il nostro Venerando all'operazione de' miracoli coll'uso del pane, e dell'acqua, cui precedentemente benediceva. Siccome le guarigioni erano perci sicure, e pressoch giornalieri i portenti gli fu assegnato il nome di – Ranieri dell'acqua – e cos lo troviamo designato nelle antiche cronache; e per tale sovente lo rammenta l'amico suo Benincasa. [Memorie Sacre delle Glorie di Pisa, con breve compendio delle vite dei santi e dei beati della citt e suo distretto, raccolte da Pietro Cardosi, cittadino Pisano, 1675. Pisa, Tipografia Pieraccini 1844, p. 105].

[28] ): Villaggio in Val di Serchio. [Memorie Sacre delle Glorie di Pisa, con breve compendio delle vite dei santi e dei beati della citt e suo distretto, raccolte da Pietro Cardosi, cittadino Pisano, 1675. Pisa, Tipografia Pieraccini 1844, p. 108].

[29] ): Questa parrocchia volgarmente vien detta S. Apollonia. [Memorie Sacre delle Glorie di Pisa, con breve compendio delle vite dei santi e dei beati della citt e suo distretto, raccolte da Pietro Cardosi, cittadino Pisano, 1675. Pisa, Tipografia Pieraccini 1844, p. 108].

[30] ): Vico-Pisano quattordici miglia incirca distante dalla Citt di Pisa e ne' tempi che fior la Repubblica di Pisa f Castello di qualche riguardo munito d'una rocca assai forte per quei tempi, a cui per maggiormente assicurarsi ne fu aggiunta un'altra nell'anno 1330, in occasione, che i Fiorentini facevano di gran progressi sopra i Lucchesi, de' quali i Pisani assai s'ingelosivano, non ostante che fra loro, ed i Fiorentini passasse allora buona intelligenza. Da questo Castello ebbero origine due gran Servi del Signore, cio Gregorio da Vico e Michele da Vico ambedue Religiosi dell'Ordine di S. Domenico, morto il primo in Pisa l'anno 1322, il secondo in Roma, come aveva sempre desiderato, e richiesto a Dio l'anno 1350, e negli annali Domenicani sono ambedue annoverati fra i Beati di quell'Ordine. [Memorie Sacre delle Glorie di Pisa, con breve compendio delle vite dei santi e dei beati della citt e suo distretto, raccolte da Pietro Cardosi, cittadino Pisano, 1675. Pisa, Tipografia Pieraccini 1844, p. 117].

[31] ): Nell'anno 1372, fu estratta questa costola per mano del Reverendissimo Canonico Gio. Della Barba. Per il medesimo, e per altri principali Gentiluomini fu spedita con due Galere della Repubblica a Messina ove si ritrovava la Regina Giovanna, che ricevuta con tutta venerazione la colloc con gran decenza nel Porto Marittimo, e da quel tempo in poi quella parte di porto ove f collocata la costola si chiam il Braccio di S. Ranieri . [Memorie Sacre delle Glorie di Pisa, con breve compendio delle vite dei santi e dei beati della citt e suo distretto, raccolte da Pietro Cardosi, cittadino Pisano, 1675. Pisa, Tipografia Pieraccini 1844, p. 119].

[32] ): in appendice a: R.Grgoire, San Ranieri di Pisa (1117-1160) in un ritratto agiografico inedito del secolo XIII, 1990 Pacini Editore.

 

::-::-::-::-::-::-::-::-::-::- PIETRO II unico Papa della Chiesa Univerale -::-::-::-::-::-::-::-::-::-::