"Tacere, tacere, la grande aspirazione che nessuno compie, nemmeno dopo morto e tuttavia ci si consiglia e ci si spinge a questo nei momenti più gravi.
Taci, taci e non dire niente, neppure per salvarti." (J.Marías)
La scena si apre su una distesa verde dove i rumori vengono attutiti e una vaga immagine poetica ci immerge in un’illusoria perfezione, sulla scena agiscono tre attori ed una danzatrice che attraverso riferimenti a figure mitiche e poetiche incarna l’irrazionalità magica della natura.
Nell’arco dello spettacolo assistiamo a inseguimenti, giochi collettivi e acrobazie stravaganti dove gli uomini inseguono la donna e la donna si prende gioco di loro tra vezzi pungenti e prepotenze infantili. In “Something Beautiful” non vi sono parole, ma sussurri e respiri dei corpi sul palco.
La dimensione della messa in scena è quella di una fiaba in cui si mescolano atti di violenza surreale a contenuti crepuscolari.
Il lavoro sull’onirico conferisce allo sviluppo delle scene le sfumature e le sovrapposizioni di piani narrativi e i continui rimandi impediscono qualsiasi netta circoscrizione tematica.