SABATO 17 Gennaio 2009 ore 21.30 @ Cantiere Sanbernardo
Ingresso Gratuito
L' intento primo che anima la compagine degli
Apuamater è quello di contribuire a creare un'idea contemporanea di
folk apuano, anche in considerazione del fatto che Carrara è priva di una tradizione musicale vera e propria.
Il primo album
"un cavatore, un partigiano, un vagabondo, un marinaio"(Sanarecords 2005) è registrato con strumenti acustici in una soffitta con una trentina di "amici" di
Davide Giromini tra cui
Carlo Monni, les Anarchistes, Massimiliano Larocca, i Delsangre, Pardo Fornaciari e molti altri musicisti e attori tra Carrara e Firenze.
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Il disco è un viaggio che parte dalle cave di Carrara e i cavatori per narrare della resistenza sulle apuane, passando per il G8 di Genova e sfociare nel mare con Corto Maltese e l'affare Dreyfus. Folk, dunque; apuano, dal momento che i rappresentanti del gruppo vivono dislocati allombra dei monti che al territorio danno il nome; dazzardo, perché con la loro musica gli
Apuamater tentano un difficile connubio dei generi più disparati, dal new folk russo ad uno sgangherato pseudo-jazz tutto nostrano. Nel 2006 arriva
"Delirio e castigo"(Corasong 2006). I testi,ancora di Giromini e Rapisarda, sono inquiete riflessioni sullanima, la solitudine, lisolamento e la follia delluomo. I recitativi che fanno da filo conduttore sono della regista fiorentina
Virginia Martini. Innumerevoli le citazioni e le interpretazioni personali: da Dostoievskij a Checov, da Shakespeare a Fenoglio, fino a Fellini, a Gianni Nebbiosi ed al suo brano
E qualcuno poi disse, canzone conosciuta grazie all' Amleto in foggiano dell attore-regista
Gaetano Ventriglia, cantata da
Marco Rovelli, inseparabile amico e compagno, il tutto a formare un vero e proprio concept album sulla pazzia e la solitaria condizione dell'uomo, con lo sfondo di un nuovo folk, psicologico e psichedelico, pur sempre acustico; insomma, folk apuano dazzardo. Nel 2008 gli
Apuamater diventano Cyberfolk e approdano a
"2076:il ritorno di Kristo"(Corasong 2008). Una storia laica e fantastica di un Cristo che torna nel 2076 per liberare l'uomo dall'alienazione mediatica. Gli strumenti acusici degli Apuamater vengono "plastificati" dai Plug-in del computer in un intenso lavoro di
Gabriele Dascoli, il bassista. Nel Cyberfolk etica ed estetica si fondono con sperimentazione e disgusto. Gli
Apuamater hanno condiviso il palco con:
Stormy-six, Ivan Della Mea, Yo-Yo Mundi, Claudio Lolli, Carlo Monni, Gang, Alessio Lega, Massimiliano Larocca, Del Sangre, Andrea Parodi ed un loro brano è stato rieseguito nel secondo album de
Les anarchistes dagli stessi insieme al
Parto delle nuvole pesanti.